Vi è una bianca servitu che si estende sulla fuga del tempi vi è per tutta la durata del suo impulso il debito del sangue che si impregna vi è una nuvola una sola ma il suo peso è maggiore della terra sull'incoscienza degli anni vi è nell¡asprezza delle grida stridenti di latte la lancetta di una voce che cresce tropicale vi è l'infaticabile ccucitura degli alberi sul percorso avvelenato vi è un orrore indicibile sulla fronte di quelli che ridacchiano vi è per il terremoto montano il cervo rimbalzante la testa che urla l'uccello fuciliere vi è la foglia morta nell'iris della pioggia lo sguardo di nervatura e il fieno perdonato vi sono mille teste in una cifra e il rimorso a salteli vi è chi si confonde nella porpora dei propri propositi di filo vi è la lana che avvelena la brocca vuota dei cranii vi sono coloro che nell'acqua lasciano immergere i loro saponi sottili di memoria vi è lo stupore stupido di tutti quelli che guardano che non la smettono mai di guardare durante il trascorrere della vita degli altri vié il gemoto divenuto bestia da soma
vi è l'occhio fresco alla cascata
vi è che non vi è la giovane tenerezza flautata sulla mia guancia d'infanzia
all'orecchio perduto
sprofondate deregolamnetazioni chimiche delle suonerie del tramoto nell'oceano tapezzato di stelle morte
io continuo ad avere fame
i nostri giorni si guardano
senza conoscersi e non si lasciano
testa calpestata sguardo schiumante basta a un solo bagliore di
raccogliere il suono umano per avere l'acquolina in bocca
che i cavalli si impennino nelle vene folgoranti di mille supposizion di
diamante
mentre la regina avvolta nelle scaglie del sonno regina delle nostre pene nevica per
le nostre mani
rizza anche la testa sotto le ingiurie delle strade e il fuoco delle strade e il fuoco delle suole che il vento dell'inverno
ci butta in faccia nel cuore delle notti vacillanti come una sola frontiera incrostata si è l'eterna feritadei pasei dell'infanzia
che ha bruciato il suo sangue
lungo la lampada dei desideri supplicanti
raddoppiando il suo dolore
ha visto nascere la luciditá dei lupi su uno spazio d'oblio e la gioia che conduce alla
luce
Tristan Tzara
da "Le fruit permis"
Trad genseki
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