Sulla costa d'ARMOR, in un vecchio
convento
Che i venti avevan preso per un mulino
a vento,
Gli asini si recavano a esercitare il
dente
Sull'edera brucata abbarbicata a un
muro
Con tante brecce che si era persa
l'entrata.
- Solo – ma sempre dritto con un
aplomb ben raro,
Coi merli diradati come denti di
vecchia
Ficcato a pugni il tetto sull'orlo di
un'orecchia
Ai corvi sbadigliando si elevava il
torrione,
Fiero d'avere avuto un tempo una
leggenda
Non era ormai nient'altro che un nido
di briganti
Vagabondi notturni, amanti clandestini,
Sbirri, cani randagi, ratti e
contrabbandieri
Oggi però era ospite della torretta
cieca
Un poeta selvaggio con piombo nelle ali
Laggiù precipitato nel bel mezzo dei
gufi
Che alteri l'osservavano, ne
rispettava i buchi,
Solo gufo inquilino a venti scudi
l'anno
E una vecchia porta sostituita a sue
spese.
La gente del paese, nemmeno la vedeva,
Qualche raro passante mostrava con un
cenno
Del naso a qualcun altro la sua alta
finestra
Il parroco temeva che non fosse un
lebbroso.
Il Sindaco diceva; - Che volete che
dica
A me pare un inglese … un'essere -
sapete?
Le donne già sapevano, vatti a sapere
come .
Che in peccato viveva insieme a certe
Muse
Un eretico insomma … o forse un
parigino
Di Parigi o d'altrove vatti a sapere
dove
Era un invisibile, come le sue donzelle
Non soleva mostrarsi, non si sparlò di
quelle.
Lui era un perdigiorno, alto, pallido e
secco
Eremita per hobby spazzato da ogni
raffica...
Troppo egli aveva amato i paesi
malsani
I medici e gli uscieri lo davan per
spacciato;
S'era posato qua, sazio e in cerca del
posto
Per morire da solo o viver contumace...
Facendo d'un quasi artista,
Un filoso d'accatto
Rantolava al sole e al ghiaccio
Traviato ormai del tutto dall'umano
sentiero.
Ancora gli restava un'amaca sfibrata,
Un cane dormiglione che chiamava Fedele
Ed era dolce e triste come lo era lui
Eppur non più fedele della compagna
noia.
Come morto di sonno solo viveva in
sogno,
Il suo sogno era l'onda che saliva la
rena
E poi la discendeva.
A volte vagamente ... restava li ad
attendere …
Che cosa … solo l'onda … che viene
e rifluisce,
Forse … chissà? L'assente.
Ma lui ne sa qualcosa. Chiuso nella
garrita
Forse ha dimenticato che i morti vanno
in fretta,
Lui viveur stagionato, spettro che si è
smarrito.
Cerca il suo fuoco fatuo salma sepolta
male?
O Lei non è lontana, quella per cui
bramisci
Cervo di sant'Uberto! Ma senza fiamme
in fronte...
Tal forse non sembravi vecchio mio,
esule triste e falso
Fai il morto se ora puoi,,, Ella ha
pianto per te!
Come un altro immortale? Sentiva nella
testa
Spaesata che tutti i versi esametri
Facevan cento passi con andamento
sghembo
Privo di saper vivere – sopravviveva
.
Non sapendo morire scriveva.