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lunedì, aprile 27, 2015

Fringuello, fringuello

Fringuello, fringuello
Lascia l'ereditá,
Il canto, il sigillo
Le perle di sangue;
Il tempo trascorso
È la nostra terra contesa
Il Regno è giá venuto
Il vento di primavera
Ferisce d'oro e rame
Le cime dei larici.

genseki

giovedì, febbraio 26, 2015

Immolati gli occhi

Immolati gli occhi
All'incombere della cascata
L'ampolla continuava a scintillare
Tra fiotto e fiotto di oscuritá.

*

Lasciavi cadere gli occhi
Fino in fondo allo specchio
Gigli e calle ti leccavano i piedi
Lentamente la tua bianchezza
Si separa da te
Come il sonno madido
Dal prato di artemisia.

*

Il cigno insinuava il suo candore
Tra le tue cosce
Con tutte le tue mani sollevavi
Anfore e bicchieri
Versavi il vino dell'ascolto
Nella coppa del silenzio.

genseki

Il giardino

Il giardino solo lo vedevamo
Attraverso una grata
D'acciaio antico
Ed erano ghirlande di dolore
Polline di luce
Zampilli di tenebra
Gocce di luna
I nostri occhi si mutavano in petali
Per appassire a primavera.

*

Il sonno era come
Goccia a goccia
Nel pozzo dell'occhio
Artemisia e appio
Profumavano la notte
Sotto le palpebre premeva
La luce fredda delle stelle.

genseki

La propagazione del dolore

La propagazione del dolore
È un'arte sottile
In questo inverno cosí verde
In attesa del sorriso delle mimose
Il lembo delle gonne
Sfiora appena il pavimento di ardesia
Cosí si schiudono i fiori
Come spade come pugnali.

*

Il dolore è un filo di luce
Attraversa la macchia
Il bosco intero
Noccioli e ontani sono carne rosa
Hanno tante dita
Le erbe dimenticate
Il rio scorre verso il passato
Lo sguardo trascorre dal granito alle nubi.

genseki

giovedì, febbraio 19, 2015

Il Tirso

Le tue mani mi salutavano da tutte le foglie
I tuoi denti da tutti i fringuelli
Succo di pinoli erano le tue sillabe
Come bacco regnavo con il tirso
Sullo sciame dei miei errori.

genseki


sabato, novembre 29, 2014

Al mercato delle mandorle

Il mattino erano tanti ciottoli
Levigati, tiepidi alla soglia
Della bianchezza appena increspata
Nel silenzio disteso tra le conifere.

*

I morti piangono come campane
Ma è la nebbia che ne rivela i volti
Calce e conchiglie sulla soglia di ardesia
Lettere antiche reagiscono al crepuscolo.

*

Del manto di pelli mi spoglio
Mi rivesto di ortiche
Ansimano i cani mattutini
L'amarezza si acquatta tra i pini.

*

Al mercato delle mandorle
Al mercato del latte
Vo cercando i miei crimini, i miei peccati
I minuti li sconto uno a uno
Fino al frullo del mezzogiorno.

*




mercoledì, novembre 26, 2014

Poesie di genseki

Il bianco argenteo degli olivi
Lava il mattino
I melograni sono grate d'oro
Arbusti che ardono senza calore

Lavarsi gli occhi: è autunno!
Con la rugiada risciacquare
La cenere dei crimini.

*

Un gesto dopo l'altro
Le pigne nel fuoco
Una candela profuma d'azzurro
L'intimitá.
Fuori le nuvole chiamano lo sguardo
Con il silenzio del loro limite
L'odio si riposa tra gli abeti
Il richiamo dei gufi lo sostiene.

*

Come un quaderno magico
Si apre e si chiude il silenzio della notte
È il vento che lo sfoglia, per compassione,
Allevia l'arsura del prato.

*

In fondo alla notte
Si spalanca il mare
Piú tardi le stelle
Spargeranno rose
Su frane di nebbia

*

mercoledì, ottobre 29, 2014

Dopo l'amore

Con il tamburello delle mie ossa
Accompagnavo il ritmo del tuo cuore
Erano così stanchi i mei occhi
Di scorrere nell'alveo della vista!
La tua pelle abbandonata tra il basilico
Era quanto restava dell'abbraccio
La vecchiaia era giunta con l'ombra
del temporale
Mi sarei ridestato troppo tardi
All'ombra di me stesso.



martedì, ottobre 28, 2014

Poesie di Arcónceli

Ad Arcónceli una foresta in orazione
Rosari in fiamme -
Ai calessi aggiogati Angeli Custodi
Mi trascinavano lassú
Fino alla fossa battesimale
Scuotevo le mie ossa
Come un impiccato le nacchere
Ero fresco come la notte
Come il fango del cimitero
Nudo e crivellato aspettavo
La sua radiazione
Il suo dono per me
Al tramonto latrati canini
Ricamavano la luna di delizia

*

Il balcone come una preghiera
Come il seno di una vestale
Si sporgeva sul mistero sacramentale del giardino
Sul boschetto degli stami
Sul prato di squame;
Respiravo col naso
Nelle mani stringevo il Rosario:
Il Terzo Mistero Doloroso?
La mia corona di spine
Erano le tue ossa
Le tue unghie i miei fagelli
Lividi
Mi ero lavato da tempo
Le mani con il vino
Col vomito della speranza
Trafitto da una squadrglia di scarabei
Mi sollevavo fino lla tua croce

*

Il mio cuore era pronto a fiorire
Ma tu tardavi ancora
Forse eri soltanto una favola infantile
Un vecchio leone addormentato
In una tenda beduina
Forse non accoglievi che guerrieri
Capaci di usare la disperazione
Come scudo, come ascia bipenne
Il mio cuore era un ramo di mele
Fiorito troppo tardi
Le tue api raccoglievano altrove il polline
Per il miele delle tue ferite

*

genseki

mercoledì, ottobre 22, 2014

Poesie di Arconceli

Arconceli

Dirotta lavava la pioggia
L'albero sciupato dei ricordi
Betulla o vertiginoso ontano
Da radici di fango
Fino alla diaspora delle serpi
Mi lasciavo ascoltare
Come un sacco di pelle
Il lamento delle sue stigmate
Solo i diamanti ormai
Potevano bruciare il cielo
Ad Arconceli mi dissanguavo sul muschio
Ogni goccia di sangue partoriva un paradiso

*

Nella foresta dei suoni sfinito
Mi svuotavo degli ultima attimi
Di senso
Allora sí che brillavano le sillabe
Come brillavano!
Altre libertá si forgiavano in Arconceli
Necessarie come le fragole
Alla perfezione della quercia
Fragorosa la danza del faggio
La danzavano i fantasmi
Dei conigli dei rabbini
Degli ultimi daini lebbrosi.

*

Il sipario della nebbia si alternava
Era un sottobosco di bottiglie vuote
L'ebrezza si sfregava
Alle cortecce piú rugose
Fu quando ci congedammo dalla nostra pelle
Tutte le poesie erano morte
Come le squame iridate dell'autunno.

genseki

mercoledì, ottobre 01, 2014

Variazioni digitali su Alcyone di G D'annunzio

Ho regolato il segno lucido

lasciando la schiuma delle sue labbra:

nomo i vecchi e la recente

So che li compongono con arte bella.

I musicisti hanno modi umani

diversi dal dorico al frigio:

Melodia divina infinita

Creo nell'esiguo vestigio.

Indurimento d'onda trascrive

l'esecuzione sulla sabbia bagnata;

attraverso il mito fuggitivo

accordi e pause avvincendo.

O mia sabbia melodiosa,

vostro non è un granello di silice

Vorrei donare la pomice Ascosa

fonte dell'ìlice d'ombra.

Brilli innumerevole e immensa

Crescendo alla mia scrittura;

e l'acqua che bevete l'addensi,

l'induri sale sterile.

Il rilievo così sottile,

dedotto con arte in modo frugale,

che gli uomini infranga puerili

d'archi davanti al

 sopracciglio .

Di tanto in tanto impronta trisulca

le caratteristiche intercide;

peste umana, se vi opprimono,

impregnati di luce e sorrisi.

Figure di neumi son Elle

in questa concordia discorde.

Curva, O cetera io suono,

o un plettro il dito ti morde.

Spendo; e il grande Concento

taciturno dentro di me è soddisfatto,

dall'unghie del mio piede d'argento

alle vene nelle mie tempie.

Scerne l'orecchio con calma

i toni dell'onda che giunge,

Indago con chiara pupilla

più di ogni segno  lene;

genseki

martedì, settembre 09, 2014

La poesia si disfó di me

La poesia si disfó di me
Prima che il tempo scoperchiasse il torrente
Rimasero correnti di lame vive,
Brividi di metallo,
Il fumo dell'incenso si solidificava
Ma non avrebbe potuto ferirmi
Come un feto mi diluivo
Nella placenta delle parole
Fino all'inganno,
Fino a neve e neve e neve e neve di menzogne;
Espulso dalla poesia
Dalle lacrime dei segni
Nel deserto di pece e vento.

genseki

giovedì, aprile 03, 2014

Arsura

L'arsura della terra
Leviga crepe, ferite
Il suono delle parole
Non si sconta
Bolle di cielo gorgogliano tra i pini
Un tempo cupi caprai
Salmodiavano qui
Inni sagaci:
Queste parole non sono in vendita

genseki

giovedì, marzo 27, 2014

La poesia si liberava di me

La poesia si liberava di me
Prima che il tempo scoperchiasse il torrente
Rimasero correnti di spade vive
Fremiti di metalli
Il fumo dell'incenso si solidificava
Ma non avrebbe potuto ferirmi
Come un feto mi diluivo
Nella placenta delle parole
Fino all'inganno
Fino a neve e neve e neve di menzogna
Espulso dalla poesia
Dalle lacrime dei segni
Nel deserto di pece e vento

gensei

martedì, marzo 25, 2014

Lacrime di ardesia

A queste pietre grige sostano
Le lacrime di primavera
Non ci sono altri fiori
Altri corpi volanti tra rami spezzati
Solo silenzi
In agguato
Come improvvise pozze d'acque verdi
Questo cielo non lo possiamo sentire
È il nostro corpo di lacrime d'ardesia.

genseki

venerdì, marzo 14, 2014

Bevo dalle nuvole

Sono rimasto il mio riflesso
In un altro occhio
La mia gioia è un ghigno
Come un cane mi alimento di pelli
Mi sfrego con la sabbia
Bevo dalle nuvole
La muffa del cielo stellato

genseki
La mia menzogna è come la toga del mio scheletro
Bordata di rosso la trascino
Tra le felci, nel limo
Invano cerco Lavinia
Invano la chiamo
Cerbero fiuta la carne di mia madre
Mi nascondo in tutte le capanne

genseki

Salsapariglia

Sono calato sul mio volto
Come l'ombra cala sul volo di un rapace
Per dormire come un saltimbanco
Mi sono disteso sul mio corpo
La luna era una smorfia
Il latte di mia madre
Un rivolo sperduto tra la salsapariglia

genseki

lunedì, dicembre 16, 2013

La finestra antica

Quale altro canto
Avrei potuto cantare?
Davanti alla finestra antica
Con le mani infreddolite
Cercando di immaginare
L'odore sottile
Tra il profumo delle rose
Della morbida cera
Dell'incipiente putrefazione
Del mio cadavere.

genseki