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mercoledì, luglio 29, 2009

Hector Murena

Que se entienda
Esta dicha terrible
Que es cualquier barco
Hacia odo naufragio.

Che sia compresa
La terribile sorte
D'essere qualche battello
Verso ogni naufragio

trad. genseki.

mercoledì, luglio 15, 2009

Alessandra tra i lillá - parte II

Alessandra
Oggi vedo un parco
Una signora celeste
I lillá dei muri,
La macchia di arbusti che cresce
Oggi ascolto
Una canzone lontana
Una storia di principesse
E di castelli
E addii estivi.
La cicala
Mi sveglió per dirle
Che dalla finestra
Entra l'odore dei pini.

Cristina Peri Rossi
1976

trad. genseki

lunedì, luglio 06, 2009

Nuove traduzioni di Alejandra Pizarnik

Compleanno

Ricevi volto mio, muto, mendico
Ricevi questo amore che ti chiedo
Ricevi ció ch'è in me, quello tu sei

***

Distruzioni

In baci, non in argomenti.
Quevedo

Dalla lotta con le parole occultami
Spegni il furore del mio corpo elementale.

***

Amanti

Un fiore
non lontani dalla notte
si apre
alla delicata urgenza della rugiada.

***

Riconoscimento

Sei tu che porti il silenzio del volo di lillá
Nell tragedia del vento nel mio cuore
Hai fatto della mia vita un racconto per i bambini
Dove naufragi e morti
Sono pretesto di cerimonie adorabili.

***

Incontro

Qualcuno entra nel silenzio e mi abbandona
Ora la solititudine non è piú sola
Parli come la notte.
Ti annunci come la sete.

***

L'oblio

all'altra riva della notte
possibile è l'amore

--portamici--

portami tra le dolci sostanze
Che alla memoria ti muoiono ogni giorno


Prima fu luce
nel mio linguaggio nato
a pochi passi dall'amore.

Notte aperta. Notte presenza


trad. genseki

martedì, giugno 30, 2009

Alessandra tra i lillà

Queste poesie furono dedicate dalla poetssa uruguayana Cristina Peri Rossi nel 1976

Di cose cosí finirè per morire
A.P. (suicida il 27 settembre 1972)

Alessandra tra i lillà


I

Forse fu il nome dolce di Alessandra
O quei lillà dui muri
Il loro alito nella note densa
O, forse,
La caccia nottuna
Di parole che scivolano
Sui vetri
Che le lascerá precipitare verso la morte
Nella solitaria
Durata di un grido
A mezzanotte
Complice di nomi oscuri
Imronunciabili.

*

II

Parola per parola
Facevi la notte
Agli angoli delle strade
Che il silenzio abbandonava
Restando in agguato
Come se fossero
Le dame rosse delle rivelaioni.

*

III

Si parola
Per parola
Facevi la note
Sussurrandola
- i piú bei suoni -
Perché quella notte
Non giunsero le parole alla riscossa?
Come ti fermarono
Sprovvista?
Dove stavano i ibri cinerini
Dei parchi
Dei rampicanti e delle pareti
Dove le dam porpora, le misterise
Dove tuo padre e tua madre?
- Forse fu il dolce nome: Alessandra -
Forse le cerimonie dei parchi.
Forse una dama rossa che non venne
Alla notturna
Festa di parole
Una che non mantenne la promessa
Qualcuno che non venne all'appuntamento
O la noia delle parole - a volte accade -
Te precipitó oltre i suoni
Quando finamene tutto fu detto
- Tutto fu detto -
E si alza ancora tenebrosa
La solitudine di Alice nello specchio d'altroqui.

*

IV

E il silenzio nascosto dentro la casa
E nel silenzio che resta
Quando gli amici se ne vanno
Nel silenio dei portacenere
Dei bicchieri senza acqua
Volesti stabilire la parola giusta,
Senza sapere
Che il silenzio e le parole
Sono solo agonie.

*

V

Il nome dolce di Alessandra
La simmetria nei parchi
Una bambina spaventata
- Oggi ce nebbia a Barcellona -
Parigi fu una festa
Che non hai voluto compartire
Lettere agli amici
Ove mancava una i o una iota
Il miserere notturno intonato
Da vecchie lescbiche
Un foglio bianco
Toujours
Un foglio bianco
La lettera che non arriva
La parola che manca
Ce la fanno
A spaventare una bambina.

*

Alessandra
Oggi vedo un parco
Una dama azzurra
Lillá sui muri
Cespugli che crescono
Oggi ascolto
Una canzone lontana
Una storia di principesse
E castelli
E congedi estivi
La cicala
Mi svglió per dirti
Che dalla finestra
Entra odore di pino.

venerdì, novembre 21, 2008

Alfonsina Storni

Suggestione di un salice

Eppure esiste una cittá di muschio
Dal cielo grigio che angeli verdi
Percorrono volando nel tramonto
Con ali chiuse di cristalli infranti
E freddi specchi nell'erba ai cui bordi
Chinate piangono le vedove lunghe
Del vento che di giallo va tingendosi
E il vetro rende vaghe al dondolarsi.
E un punto nello spazio di pendenti
Gerbidi d'acqua ed una bimba morta
Che va pensando su piedi di trifoglio
E una grotta che piove dolcemente
Batraci vegetali che si schiantano,
Foglie nascenti sopra il dolce limo.

trad. genseki

mercoledì, luglio 12, 2006

Cristo Arboreo


Ezequiel Martinez Estrada
(1895-1964)


Nella simbologia cristiana la croce è chiamata albero: l’albero della croce. Il suo frutto è il Cristo.
Estrada segue questo cammino simbolico e va oltre. L’albero stesso è il crocifisso. L’albero è natura cristica, la croce è il Cristo.
La natura vegetale è il primo segno profetico del sacrificio divino.
Il sacramento della clorofilla.

genseki




L’amore nella linfa



Strinse la terra le sue matrici
E si fece più urgente
Il martirio clemente
Delle sante radici.

L’albero sedentario
La sua libertà volle
Offrire sottomesso
Al mobile fratello

Si rassegnò a una sorte
Di paralisi fiera
Affinché il mondo fosse
Libero dalla morte

E dentro i sonni atroci
Dell’assogettamento
Si diede in alimento
Ai nipoti feroci

Col temperare il clima,
Rendendo digeribili
I tossici terribili
Della materia prima.

Dié agilitá alla scimmia
E le piume al serpente
Purificó l’ambiente
Che avvelena il carbonio

In fiori e frutta diede
Sua bontá naturale
Si aprí nell’aria uguale
Ad una man che scruta

Ei fece santo il suolo,
Verde, dolce, fecondo
Da lui ebbe l’uccello
La facoltá del volo

Al vegetale deve
La vita l’animale
Che sfugge nelle selve
Alle crudeli belve

Offerse contro l’acqua
La grande chioma aperta
E suggerí al selvaggio
E capanna e piroga.

Patí eterni dolori
Il suo martir fin tanto
Che imparó quel pianto
Che ne profuma i fiori.

Santa é ogni era
Vegetale, ed io sento
Che vi pensa un pensiero
Sottil d’un altro tipo.

Nel mondo non son tante
Le virtú quanti i fiori,
E forse son migliori
Dei santi le piante.

In esse si riassume
Ogni pena e saggezza
Fino a che giunga il giorno
Che ne sveli il profumo.

Anche la meraviglia
Primordiale ne sgorga
Al copiare alle stelle
La semina dei chicchi

Bene é qui ricordare
Quell’antico proverbio
Che nulla piú ci acquieta
Dell’azzurro e del verde

Il mondo verde e azzurro
Ha una legge infallibile
Dare pascolo al bove
E ceppi al Re Saul;

Fiori, alberi, piante
Regno profumato e soave
Cosí rigido e grave
Come gli antichi marmi!

Che in te l’angoscia umana
Le sue ruggini scuota
Mondo che desti al Budda
L’intuizion del Nirvana.


Trad. genseki