lunedì, ottobre 31, 2016

Lincoln a Gettysburg

Per molti la massima orazione politica moderna

Discorso di Gettysburg

Ottantasette anni or sono i nostri padri crearono, su questo continente una nuova nazione concepita nella libertá e consacrata alla convinzione che tutti gli uomini sono stati creati uguali. Ora siamo impegnati in una grande guerra civile che testimonia che questa nazione cosí come qulsiasi altra concepita nello stesso modo e consacrata al medesimo valore puó soffrire a lungo.
Siamo qui convenuti su di un campo di battaglia di questa guerra. Siamo venuti qui per dedicare una porzione di questo campo come il luogo dell'eterno riposo di coloro che hanno dato la vita perché questa nazione possa vivere : e fare ció è cosa buona e giusta. Ma in un senso piú ampio noi non possiamo dedicare, non possiamo consacrare, non possiamo santificare questo suolo. Quei valorosi vivi o morti che qui lottarono lo consacrarono, molto al di sopra del nostro potere di dare o di togliere, per il mondo è piccola cosa presto obliata quello che qui diciamo, ma non potrá mai obliare coloro che qui caddero. Noi i viventi, piuttosto dobbiamo dedicarci a compiere l'opera che coloro che qui lottarono fecero tanto nobilmente avanzare. Siamo piuttosto noi che dobbiamo consacrarci al grande compito che ci resta innanzi, che questi nobili morti facciano che cresca in noi la devozione per la causa per la quale essi diedero prova del massimo della dedizione. Tocca a noi qui assumere l'alta decisione di far si che costoro non siano caduti in vano, che questa nazie, sottomessa a Dio, possa rinascere ancora una volta nella libertá, e che il governo del popolo, con il popolo e per il popolo mai si estingua sulla terra.

!9 Novembre 1863


Abraham Lincoln

trad.. genseki


mercoledì, ottobre 26, 2016

Hildegarde von Bingen








Il Padre è splendre e questo splendore folgora e in questa folgore vi è fuoco e questi tre sono uno.

*

Lo Spirito Santo scorre attraverso e lega insieme eguagllianza de eternitá cosí che sono una cosa sola.

*

Una luce. Tre persone. Un Dio solo.

*

Chi manca di compassione quegli muore di sete.

*

Mi fu mostrata una ruota, una ruota meravigliosa alla vista. La divinitá vi è onniscienza e onnipotenza come un circonferenza, un circolo, che non puó essere inteso, né diviso, che non cominció e non ebbe mai fine.


Dio vi abbraccia. Siete circondati dalle braccia dell'amore di Dio.

*

Quando voi toccate e lavate con compassione le ferite di un altro, allora Io mi reclino sul vostro letto. E quando voi incontrate persone semplici e oneste con con buona volontá e buone maniere allora Io mi unisco con te in amicizia amorosa.


*

Sono inondata dalla compassione interiore; nulla né beni, né oro, né pietre preziose, né perle possono cancellare in me gli occhi del povero che piange perché manca di ció di cui ha bisogno per vivere.

*

Quando una persona umana vede la creazione con vera compassione allora vede il Signore. Lq natura umana è capace di riconoscere Dio in tutti gli esseri viventi.

*

Non per testardaggine ma per umiltá mi rifiutai di scrivere fino a che la sferza di Dio mi spinse in un letto di malattia.

*

Oppressa da molte malattie mi posi infine a scrivere. Quando lo feci mi venne donata la capaictá di esprimermi in libri profondi, ricevetti la forza di alzarmi dal mio letto di malata e portare l'opera fino al suo compimento per un periodo di dieci anni.

*

Los que han elegido vivir el Zen en la vida cotidiana tiene un pie en el vacío libre, y otro en el mundo completamente humano. El desafío es vivir plenamente en el mundo continuando a pertenecer al zen. Es muy simple, por lo menos en palabras.

*

Con l'aiuto della natura, l'umanitá puó introdurre nella creazione tutto quanto è necessario a mantenere la vita. Ogni cosa nella natura, la somma total di cielo e terra diventa un tempio e un altare per i servizio divino.



Dio ha composto il mondo a partire dai suoi elementi per la gloria el suo nome. Lo ha reso forte con i venti, circondato e illuminato con le stelle e riempito delle sue crature ha rafforzato e protetto gli esseri umani per mezzo di tutte le cose lo ha dotato di un potere tanto grande che tutta la creazione collabora con l'uomo in tutto e per tutto. Tutta la natura è al servizio dell'uomo, e l'uomo puó opeare nella natura, dal momento che al di fuori della natura gli uomini nn possono sopravvivere.


*

L'umanitá si trova nel centro della struttura del mondo. Per questo è piú importante delle altre creature che restano dipendenti dal mondo. Sebbene di piccola statura l'umanitá è poderosa perché gode del potere dell'anima. Il suo capo si erge verso l'alto e i suoi piedi premno il suolo solido e per questo puó mettere in moviento ció che sta in alto e ció che sta in basso. Qualunque cosa faccia con la mano destra o con la sinistra permea l'universo perché nel potere interiore dell'umanitá si trova la capacitá di fare tali cose. Perché cosí come i corpo ha dimensioni maggiori del cuore cosí il potere dell'anima eccede quello de corpo, e si estende su tutto il globo.

*

Nel circolo della vita terrestre tu (uomo) riplendi di tanta bellezza. Resti raccolto nell'abbraccio di Dio, nelle sue braccia riposi.

*

Vidi come il vento dell'Est e quello del Sud fanno muovere il firmamamento con i loro venti laterali e fanno ruotare la terra da Est a Ovest.

*


giovedì, ottobre 20, 2016

Han Shan

L’eredità del padre e della madre
Basta per una buona vita
Alcun bisogno non v’è d’invidiare
I campi e gli orti dei vicini
Tesse mia moglie: - za, za –
Fa il telaio;
Il mio bambino gorgheggia:
glu, glu -.
Batto le mani, chiamo i fiori alla danza.
Col mento tra le mani odo cantar gli uccelli.
Chi mai potrà biasimarmi,
Chi farmi i complimenti?
Ogni tanto, di qua, passa un boscaiolo.
*
Travi e paglia, è la casa dell’uomo selvatico,
Alla sua porta son rare le carrozze.
Nel cuore della foresta si riuniscono gli uccelli
Ed abbondano i pesci nel torrente.
Con mio figlio colgo i frutti del monte
Con mia moglie aro i campi a terrazza
E in casa, cosa c’è?
Un letto pieno di libri.
*
I libri e la chitarra a portata di mano
A che mi vale un salario od un posto?
Ho rinunciato alla carrozza
Per consiglio della saggia mia donna.
Non ho nemmeno una carriola,
I mie figli devoti mi porteranno in braccio.
Il vento soffia sul grano
A seccare sull’aia solatìa
L’acqua deborda,
La piscina pullula d’ogni sorta di pesci
Medito spesso sull’uomo troglodita,
Intento a riposarsi sopra un ramo.
*
Godiam quando la gioia si presenta
La più insignificante occasione
Non lasciam che trascorra
Anche se di centanni disponiamo
Come riempire trentamila giorni?
In questo mondo dimoriamo un istante
Perché piagnucolare parlando di soldi?
Nel Classico della Pietà Filale, ultimo capitolo,
I funerali sono descritti in dettaglio.
*
In questo mese fuggono i contadini la canicola
Con chi dividere un buon gotto di vino?
Dispongo tutti i frutti di montagna,
Dispongo in cerchio le coppe da vino,
Canne come stuoie,
Le foglie del banano come piatti
Ebbro, il mento tra i palmi,
Seduto
Il Monte Sumeru è una piccola biglia.
*
Se la vita d’un uomo non arriva a cent’anni
Mille son gli anni di preoccupazioni.
Appena si ritrova la salute
Ci si sfianca pei figli e pei nipoti.
Ci si china per vedere se i cereali han messo radici
S’alza lo sguardo per controllare i gelsi
Quando pesi e bilance saranno inghiottiti
In fondo al mare orientale
Allora, infine, ci sarà la pace.
*
Vivo in paese
Ciascuno mi elogia, mi trovano incomparabile.
Ieri sono andato in città
Anche i cani mi guardavano in cagnesco,
trovavano troppo stretti i miei pantaloni,
La giacca troppo lunga.
Che si strappino gli occhi agli avvoltoi
E i passerrotti danzino a lor guisa.
*
Felice il corpo nell’era del caos
Non era d’uopo magiar né pisciare
Alla malora vi cavaron dei fori
Nove orifizi in tutto
Ogni giorno dobbiamo vestirci, nutrirci
Ogni anno pagare le imposte
Mille volti a disputarsi un soldo,
Urlano insieme fino ad ammazzarsi.
*
Nella casa dell’est c’è una vecchina
S’è fatta ricca or sono tre o quattro anni,
Prima era ben più misera di me
Oggi ella ride perché non ho una lira.
Ella ride di me che le sto dietro
Ed io rido di lei che stammi innanzi
Ridiamo entrambi, non possiam fermarci
Stanno così le cose ad est, ad ovest.
*
Un tempo fui abbastanza povero
Oggi son poverissimo
Quello che faccio fallisce subito
Duro è il cammino, penoso
Avanzando nel fango scivolo spesso
Seduto tra la gente del villaggio
La pancia vuota mi assilla
Anche il gatto se n’è andato
I topi
Girano intorno
All’orcio del riso.
*

Documentaire Arte Thomas Sankara, l'homme intègre

Sauver l’arbre, l’environnement et la vie tout court.

Sauver l’arbre, l’environnement et la vie tout court.
5 Février 1986
Ma patrie, le Burkina Faso, est incontestablement un des rares pays de cette planète qui est en droit de se dire et de se voir comme le concentré de tous les maux naturels que l’Humanité connaît encore en cette fin du vingtième siècle.
Et pourtant, cette réalité, les huit millions de Burkinabè l’ont intériorisée douloureusement pendant 23 années. Ils ont regardé mourir des mères, des pères, des filles et des fils que la faim, la famine, la maladie et l’ignorance,décimaient par centaines. Les larmes aux yeux, ils ont regardé les mares et les rivières se dessécher. Depuis 1973, ils ont vu l’environnement se dégrader, les arbres mourir et le désert les envahir à pas-de-géant. On estime à 7 km par an l’avancée du désert au Sahel.
Seules ces réalités permettent de comprendre et d’accepter la révolte légitime qui est née, qui a longuement mûri et qui a éclaté enfin, de manière organisée, dans la nuit du 4 août 1983, sous la forme d’une Révolution démocratique et populaire au Burkina Faso.
Je ne suis ici que l’humble porte-parole d’un peuple qui refuse de se regarder mourir pour avoir regardé passivement mourir son environnement naturel. Depuis le 4 août 1983, l’eau, l’arbre et la vie pour ne pas dire la survie sont des données fondamentales et sacrées de toute l’action du Conseil national de la révolution qui dirige le Burkina Faso.
C’est à ce titre aussi que je me dois de rendre hommage au peuple français, à son gouvernement et en particulier à son président Monsieur François Mitterrand, pour cette initiative, qui traduit le génie politique et la lucidité d’un peuple toujours ouvert au monde et toujours sensible à ses misères. Le Burkina Faso, situé au coeur du Sahel saura toujours apprécier à sa juste valeur les initiatives qui coïncident parfaitement avec les préoccupations vitales de son peuple. Il [le Burkina Faso] saura répondre présent chaque fois que de besoin et cela en opposition aux promenades inutiles.
Depuis bientôt trois ans, mon peuple, le peuple burkinabè, mène un combat contre la désertification. Il était donc de son devoir d’être présent à cette tribune pour parler de son expérience et bénéficier aussi de celle des autres peuples de par le monde. Depuis bientôt trois ans au Burkina Faso, chaque événement heureux mariages, baptêmes, décorations, visites de personnalités et autres se célèbre par une séance de plantation d’arbres.
Pour le nouvel an 1986, toutes les écolières, tous les écoliers et les élèves de notre capitale, Ouagadougou, ont confectionné de leurs propres mains plus de 3 500 foyers améliorés offerts à leurs mères, et venant s’ajouter aux 80 000 foyers confectionnés par les femmes elles-mêmes en deux ans. C’était leur contribution à l’effort national pour réduire la consommation du bois de chauffe et sauvegarder l’arbre et la vie.
L’accès à la propriété ou à la simple location des centaines de logements sociaux construits depuis le 4 août 1983 est strictement conditionné par l’engagement du bénéficiaire à planter un nombre minimum d’arbres et à les entretenir comme la prunelle de ses yeux. Des bénéficiaires irrespectueux de leur engagement ont déjà été expulsés grâce à la vigilance de nos Comités de défense de la révolution (CDR) que les langues fielleuses se plaisent à dénigrer systématiquement et sans aucune nuance.
Après avoir vacciné sur tout le territoire national en une quinzaine de jours, deux millions cinq cent mille enfants, âgés de 9 mois à 14 ans, du Burkina Faso et des pays voisins, contre la rougeole, la méningite et la fièvre jaune ; après avoir réalisé plus de 150 forages, garantissant l’approvisionnement en eau potable à la vingtaine de secteurs de notre capitale jusqu’ici privée de ce besoin essentiel ; après avoir porté en deux ans le taux d’alphabétisation de 12 pour cent à 22 pour cent ; le peuple burkinabè continue victorieusement sa lutte pour un Burkina vert.
Dix millions d’arbres ont été plantés dans le cadre d’un Programme populaire de développement (PPD) de 15 mois qui fut notre premier pari en attendant le Plan quinquennal. Dans les villages, les vallées aménagées de nos fleuves, les familles doivent planter chacune 100 arbres par an.
La coupe et la commercialisation du bois de chauffe ont été totalement réorganisées et vigoureusement disciplinées. Ces activités vont de l’obligation de détenir une carte de commerçant de bois, de respecter les zones affectées à la coupe du bois, jusqu’à l’obligation d’assurer le reboisement des espaces déboisés. Chaque ville et chaque village, burkinabè possède aujourd’hui un bosquet, réhabilitant ainsi une tradition ancestrale.
Grâce à l’effort de responsabilisation des masses populaires, nos centres urbains sont débarrassés du fléau de la divagation des animaux. Dans nos campagnes, nos efforts portent sur la sédentarisation du bétail afin de privilégier le caractère intensif de l’élevage pour lutter contre le nomadisme sauvage. Tous les actes criminels des pyromanes qui brûlent la forêt sont jugés et sanctionnés par les Tribunaux populaires de conciliation des villages. La plantation obligatoire d’un certain nombre d’arbres figure parmi les sanctions de ces tribunaux.
Du 10 février au 20 mars prochain, plus de 35 000 paysans, responsables des groupements et des coopératives villageoises suivront des cours intensifs d’alphabétisation en matière de gestion économique, d’organisation et d’entretien de l’environnement.
Depuis le 15 janvier, il se déroule au Burkina une vaste opération nommée  « Récolte populaire de semences forestières » en vue d’approvisionner les 7 000 pépinières villageoises. Nous résumons toutes ces actions dans le terme des  « Trois luttes ».
Mesdames, Mesdemoiselles et Messieurs :
Mon intention n’est pas d’encenser sans retenue et sans mesure la modeste expérience révolutionnaire de mon peuple en matière de défense de l’arbre et de la forêt. Mon intention est de vous parler de la façon la plus explicite qui soit, des profonds changements en cours au Burkina Faso, dans les relations entre l’homme et l’arbre. Mon intention est de témoigner de la façon la plus fidèle qui soit, de la naissance et du développement d’un amour sincère et profond entre l’homme burkinabé et l’arbre, dans ma patrie.
Ce faisant, nous croyons traduire sur le terrain notre conception théorique en rapport avec les voies et moyens spécifiques à nos réalités sahéliennes, dans la recherche de solutions aux dangers présents et futurs qui agressent l’arbre à l’échelle planétaire.
, Les efforts de toute la communauté ici réunie et les nôtres, vos expériences et nos expériences cumulées seront certainement à même de garantir des victoires constantes et soutenues pour sauver l’arbre, l’environnement et la vie tout court.
Excellences, Mesdames et Messieurs :
Je suis venu à vous parce que nous espérons que vous engagez un combat dont nous ne saurions être absents, nous qui sommes quotidiennement agressés et qui attendons que le miracle verdoyant surgisse du courage de dire ce qui doit être dit. Je suis venu me joindre à vous pour déplorer les rigueurs de la nature. Je suis venu à vous pour dénoncer l’homme dont l’égoïsme est cause du malheur de son prochain. Le pillage colonial a décimé nos forêts sans la moindre pensée réparatrice pour nos lendemains.
La perturbation impunie de la biosphère par des rallies sauvages et meurtriers, sur terre et dans les airs se poursuit. Et, l’on ne dira jamais assez, combien tous ces engins qui dégagent des gaz propagent des carnages. Ceux qui ont les moyens technologiques pour établir les culpabilités n’y ont pas intérêt et ceux qui y ont intérêt n’ont pas les moyens technologiques. Ils n’ont pour eux que leur intuition et leur intime conviction.
Nous ne sommes pas contre le progrès, mais nous souhaitons que le progrès ne soit pas anarchique et criminellement oublieux des droits des autres. Nous voulons donc affirmer que la lutte contre la désertification est une lutte pour l’équilibre entre l’homme, la nature et la société. A ce titre, elle est avant tout une lutte politique et non une fatalité.
La création d’un ministère de l’Eau qui vient compléter le ministère de l’Environnement et du Tourisme dans mon pays marque notre volonté de poser clairement les problèmes afin d’être à même de les résoudre. Nous devons lutter pour trouver les moyens financiers afin d’exploiter nos ressources hydrauliques forages, retenues d’eau et barrages qui existent. C’est le lieu de dénoncer les accords léonins et les conditions draconiennes des banques et organismes de financement qui condamnent nos projets en la matière. Ce sont ces conditions prohibitives qui provoquent l’endettement traumatisant de nos pays, interdisant toute marge de manoeuvre réelle.
Ni les arguments fallacieux du malthusianisme et j’affirme que l’Afrique reste un continent sous-peuplé ni les colonies de vacances pompeusement et démagogiquement baptisées  « Opérations de reboisement », ne constituent des réponses. Nous et notre misère, nous sommes refoulés comme des pelés et des galeux dont les jérémiades et les clameurs perturbent la quiétude feutrée des fabriquants et des marchands de misère.
C’est pourquoi le Burkina a proposé et propose toujours, qu’au moins un pour cent des sommes colossales sacrifiées dans la recherche de la cohabitation avec les autres astres servent à financer de façon compensatoire, des projets de lutte pour sauver l’arbre et la vie. Nous ne désespérons pas qu’un dialogue avec les martiens puisse déboucher sur la reconquête de l’Eden. Mais en attendant, les terriens que nous sommes avons aussi le droit de refuser un choix qui se limite à la simple alternative entre l’enfer et le purgatoire.
Ainsi formulée, notre lutte pour l’arbre et la forêt est d’abord une lutte populaire et démocratique. Car l’excitation stérile et dispendieuse de quelques ingénieurs et experts en sylviculture n’y fera jamais rien ! De même, les consciences émues, même sincères et louables, de multiples forums et institutions ne pourront reverdir le Sahel, lorsqu’on manque d’argent pour forer des puits d’eau potable à 100 mètres et que l’on en regorge pour forer des puits de pétrole à 3 000 mètres ! Kart Marx le disait, on ne pense ni aux mêmes choses, ni de la même façon selon que l’on vit dans une chaumière ou dans un palais. Cette lutte pour l’arbre et la forêt est surtout une lutte anti-impérialiste. Car l’impérialisme est le pyromane de nos forêts et de nos savanes.
Messieurs les présidents ; Messieurs les Premiers ministres ; Mesdames, Messieurs :
C’est pour que le vert de l’abondance, de la joie, du bonheur conquière son droit que nous nous sommes appuyés sur ces principes révolutionnaires de lutte. Nous croyons en la vertu de la révolution pour arrêter la mort de notre Faso et pour lui ouvrir un destin heureux.
Oui, la problématique de l’arbre et de la forêt est exclusivement celle de l’équilibre et de l’harmonie entre l’individu, la société et la nature. Ce combat est possible. Ne reculons pas devant l’immensité de la tâche, ne nous détournons pas de la souffrance des autres car la désertification n’a plus de frontières.
Ce combat, nous pouvons le gagner si nous choisissons d’être architectes et non pas simplement abeilles. Ce sera la victoire de la conscience sur l’instinct. L’abeille et l’architecte’, oui ! L’auteur me permettra de prolonger cette comparaison dualiste en un triptyque, c’est-à-dire : l’abeille, l’architecte et l’architecte révolutionnaire.
La patrie ou la mort, nous vaincrons ! Je vous remercie.
Thomas Sankara

mercoledì, ottobre 12, 2016

La pioggia era solo una speranza

La pioggia era solo una speranza
Il sorriso dell'uva un abbaglio
Le nuvole erano cosí basse
Che entravamo e uscivamo
Dalle loro spirali
Come i raggi visuali da uno specchio
Scomparsi i nostri corpi da tutte le foto
Restavano solo i paesaggi:
I Castelli della Loira, il Palazzo dei Papi
La Beauce, il Lago di Como,
A confermare una sola domanda:
La sola domanda? - Pensavo -

Evitando di formularla.

genseki



lunedì, ottobre 10, 2016

Para M.J.

Feliz Cumpleaños
2016



Moverse en la lluvia
En la lúcida opacidad de la lluvia
En el temblor de las hojas mojada
Que empapan el pelo y las cejas
Moverse en la niebla
Como una boca perfumada
Que esboza flores de aliento
Y los cuelga a las ramas de las moreras
Sin memoria
Sin mar
Sin pasado
Sin otra cosa que abandonarse
A este paseo ciego
Hasta que un paso sean dos
Que se doblen las rodillas
Que redoblen los corazones
Que se enciendan lo pájaros como velas
Hasta que no haya más allá del uno que el otro
Hasta ser siempre la orilla de uno
El allende del otro
Esto es el amor
El nuestro.

Feliz cumpleaños


Genseki






lunedì, ottobre 03, 2016

Hans Urs von Balthasar

 ¿A qué Señor soy asimilado al recibir la eucaristía? ¿Al que vive eternamente y que no muere ya o más bien a aquél que hasta el fin del mundo estará en agonía y cuya muerte anuncio en la celebración eucarística? ¿O quizás estas dos existencias se entremezclan una en la otra, desde el momento en que sobre el trono de Dios el Cordero está vivo y al mismo tiempo «como inmolado desde el comienzo del mundo»? Si se vive el misterio de la existencia cristiana con una fe verdadera en el misterio de Cristo, aquel permanece insondable y ningún cristiano auténtico puede tener interés en descubrirlo. Su vida está comprendida entre dos puntos; existe por uno y está en función del otro: el primero es Dios en Cristo y el segundo el prójimo. Su existencia es posible en la medida en que representa el movimiento del primero hacia el segundo: el Espíritu Santo es el encargado de impulsar y conducir este movimiento.

domenica, ottobre 02, 2016

Adrienne Von Speyr

Qualcosa di magnifico sta dietro un'oscura nube minacciosa; è come se il margine della nube fosse d'oro, promettendo ciò che sta dietro; io so tuttavia che la strada va attraverso la nube, e là dentro non ci sarà più niente da vedere dell'orlo dorato.[