«Me ne vado – conclude Saviano - con la certezza che il racconto e la memoria possono salvare un mondo e permettere di mappare una sorta di percorso che pericolosamente ci dice: il peggio è ancora da venire e laddove si perdono le regole si perde tutto ma, come scrive Lilin, il motto degli Urka siberiani è ancora vivo: “C’è chi la vita la gode, chi la subisce, noi la combattiamo".
Frase che sarebbe stata appena accettabile se pronunciata dal rimpianto Belushi.
Odio i nazisti della Transnitria.
Dreiser Cazzaniga
Da La Reubblica del 3 Aprile 2009