Vi è, mentre dura la pioggia, una certa oscuritá che allunga tutti gli oggetti. Causa, inoltre, per la disposizione che il nostro corpo è obbligato ad assumere, una sorta di raccogllimento, che rende l'anima infinitamente piú sensibile. Anche il suo rumore, che i latini esprimevano chiamandola "densissimus imber", occupando costantemente l'udito risveglia l'attenzione e la mantiene perennemente vigile. Il color grigio che l'umiditá conferisce ai muri, agli alberi, alle rocce contribuisce a rendere piú intensa ancora l'impressione che tali oggetti producono. La solitudine e il silenzio che si estende intorno al viandante, obbligando gli uomini e gli animali a tacere e a restare al coperto, finsce per rendere la sua percezione ancora piú netta. Avvolto nel suo mantello, con il capo coperto, camminando per sentieri deserti, tutto lo colpisce, tutto appare piú grande alla sua immaginazione o al suo sguardo. I ruscelli si gonfiano, l'erba s'addensa, i minerali si fanno piú visibili, il cielo si approssima alla terra e tutti gli oggetti, racchiusi in un orizzonte ristretto, occupano piú spazio e si appaiono piú importanti.
J. Joubert
trad genseki