Visualizzazione post con etichetta Marx. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Marx. Mostra tutti i post

giovedì, giugno 23, 2011

Il paradosso del marxismo

C'è un paradosso nel marxismo, ed è che questa dottrina che si autodefinisce materialista appare, nei fatti come un ardito idealismo. Fino a che non si sappia superare la contraddizione, cioè farla passare all'opposizione, la qual cosa è la correlazione, non si va avanti. I molti lettori di Lucrezio sanno che cosa significhi salvare lo spirito negandolo; io ho spesso notato il contrasto tra i materialisti, che sono spiriti risoluti, e gli spiritualisti che sono spiriti stanchi. Ma qui bisogna vederci chiaro; tutta la difficoltá è riassunta in questa frase di Bacon, tanto conosciuta: “L'uomo trionfa sulla natura obbedendole”. Di cui il timoniere piú inesperto mostra l'applicazione; il timoniere, infatti non è uomo che neghi la potenza del mare; non è nemmeno il tipo che si metterebbe a pregare perché l'onda lo voglia cogliere a poppa e non sul fianco; ben al contrario, davanti alla forza spietata, me che egli sa essere fedele e senza malizia, egli agisce, cioè passa appoggiandosi su ció che resiste.
La stessa cosa vale per tutti i mestieri.

Chi non ha pesato come su una bilancia l'universo inflessibile, cosí ben coordinato in tutti i suoi movimenti, senza nessun pensiero, questi non è un uomo. L'infanzia consiste nel credere che, a forza di pregare e di sperare, le cosa andranno meglio. L'audace cerca soltanto una fenditura in cui appoggiare il piede, sicuro, prima di tutto che l'universo non bara. Questa posizione severa è propria di Descartes che avendo tolto ogni pensiero anche dal corpo biologico e dal proprio corpo e non vedendo in esso che particelle spinte e che esercitano una spinta, concluse che si poteva vivere a lungo se si giocava forte. Di fronte al corpo politico, tuttavia, che è il piú complicato di tutti non aveva progetti; si fidava della natura, cioè dei costumi, delle passioni, delle amicizie.Viveva come un Leviatano, come vive il selvaggio nella natura delle cose, togliendosi il cappello davanti a tutte.

Ora, chi vuole agire in questo campo è come il timoniere in mare: deve dapprima cogliere la legge meccanica, ció che resiste, che offre un punto di appoggio, che non inganna. Si tratta di leggere la politica come un gorgo complesso ma privo di spirito. Quando si presuppone lo spirito si debe ricorrere alla preghiera. Quindi nel mondo degli uomini bisogna cercare ció che non cede mai alla preghiera, cioè bisogna ritrovare nel mondo umano la necessitá naturale, dei bisogni, del lavoro, delle risorse.
Cosí come il muschio non spunta che nei luoghi umidi, l'uomo si estende come un vegetale. Negozi, fabbriche, banche, trasporto, immagazinamento, tutto si espande sulla terra secondo la stessa necessitá che una macchia di umiditá sul soffitto. Chi dimentica questa necessitá, muore: tutti i pensieri che hanno avuto una vita dipendono da questo tipo di necessitá inferiori. Ecco qua come finiscono tutte le nostre belle ambizioni: le ambizioni del guaritore, sono fatte a pezzi dall'avvento del chirurgo: ecco una riflessione virile che tiene finalmente conto della realtá esteriore, non uccide l'azione, ma le apre il cammino. Dal momento che l'acqua e il vento sono forze cieche, ecco che io posso navigare. Da cui segue la navigazione politica, che si basa sui bisogni, sugli utensili, sul lavoro, elementi ciechi, privi di intenzionalitá propria, che non barano. Attraverso questa nuova separazione dello spirito e del corpo, la volontá ritrova le proprie armi e mette a prova il suo potere. Uno dei termini illumina l'altro, come si dice, e come si dimostra in astratto: mentre, in ogni ordine di azione, quello che bisogna trovare è l'oggetto puro se si vuol salvare lo spirito puro. Da cui si evince che i nostri sociologi mistici sono dei maghi della pioggia. Invece, il minimo cambiamento nelle condizioni inferiori è come un colpo di remo nell'acqua; puó essere buono o cattivo; tuttavia una buona traversata dipende dalle stesse leggi di un naufragio, non vi è differenza, per quanto riguarda l'azione dell'uomo che relativamente a piccolissimi movimenti o lavori, diretti da uno spirito lucido e senza paura.

Alain
Propos sur des philophes
1961

trad genseki