Scenderemo in picchiata come uccelli che l'aria piú non sostiene
Cadendo giú precipitando, in preda alla vertigine
Mentre la mente scossa lentamente s'annebbia
E la carne s'approssima alla polvere, alla solitudine?
Lanceremo strazianti grida, forsennati,
Come rabbie di bimbi all'asilo strillando: - non è giusto!
Volevo fare tante cose, e tante cose non ho visto"
In preda alla fame, all'ira, alla lussuria?
O quieti giaceremo sperando di allentare
La stretta della Straniera sul nostro cuore che rallenta
O spariremo nei cunicoli del sogno
A quale notte diretti a quale incontro?
Elisabeth Jennings
trad. genseki