venerdì, maggio 11, 2012

Tristan Corbière


Il Poeta contumace 
Parte II

Non sapendo morire scriveva:

“È un essere di cento lune fa, tesoro,
Nel tuo cuore poetico in stato leggendario.
Rimo e dunque vivo … ma non temere a salve.
- Una conchiglia d'ostrica in un banco spaccato!
Mi tocco, non vi è dubbio: son io! Ultimo sbaglio -
In marcia verso il cielo – la mia nicchia è ben alta ! -
Mi sono domandato mentre prendevo slancio:
Testa o croce … e ancora non ho smesso di farlo...

“ È a te che voglio fare il mio addio a la vita,
A te che piangerai fino a darmi la voglia
Di mettermi anch'io a piangere con te,
I giochi sono fatti, sono uno spettro sfatto
In ossa e … (non posso dire in carne). È sicuro
Son proprio io, eccomi qua, come un errore.”

“Eravamo collezionisti di cianfrusaglie;
Vieni a vedere il Bibelot – a me fa schifo -
Proprio nei miei disgusti, ho dei gusti eleganti;
Lo sai avevo mollato la vita coi guanti:
L'Altro non è da prendere nemmeno con le pinze...
Cerco sul manichino qualche nuova toilette.”

“Vienimi ad aiutare: i tuoi occhi negli occhi!


Trad genseki

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