Il Poeta contumace
Parte II
Non sapendo morire scriveva:
“È un essere di cento lune fa,
tesoro,
Nel tuo cuore poetico in stato
leggendario.
Rimo e dunque vivo … ma non temere a
salve.
- Una conchiglia d'ostrica in un banco
spaccato!
Mi tocco, non vi è dubbio: son io!
Ultimo sbaglio -
In marcia verso il cielo – la mia
nicchia è ben alta ! -
Mi sono domandato mentre prendevo
slancio:
Testa o croce … e ancora non ho
smesso di farlo...
“ È a te che voglio fare il mio
addio a la vita,
A te che piangerai fino a darmi la
voglia
Di mettermi anch'io a piangere con te,
I giochi sono fatti, sono uno spettro
sfatto
In ossa e … (non posso dire in
carne). È sicuro
Son proprio io, eccomi qua, come un
errore.”
“Eravamo collezionisti di
cianfrusaglie;
Vieni a vedere il Bibelot – a me fa
schifo -
Proprio nei miei disgusti, ho dei gusti
eleganti;
Lo sai avevo mollato la vita coi
guanti:
L'Altro non è da prendere nemmeno con
le pinze...
Cerco sul manichino qualche nuova
toilette.”
“Vienimi ad aiutare: i tuoi occhi
negli occhi!
Trad genseki
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