“All’interno del problema da voi toccato nelle domande, vi è una cosa
molto triste, molto dolorosa. Penso che la famiglia cristiana, la
famiglia, il matrimonio, non siano mai stati così attaccati come avviene
ora. Attaccati direttamente o attaccati di fatto. Forse mi sbaglio. Gli
storici della Chiesa ci sapranno dire, però la famiglia è colpita,
attaccata, la famiglia è, a dir poco, imbastardita, quasi fosse una
forma come un’altra di associazione… Beh, si può chiamare famiglia
tutto, no? Inoltre, quante famiglie sono ferite, quanti matrimoni
sfasciati, quanto relativismo nella concezione del Sacramento del
Matrimonio. Ormai si può parlare di una crisi della famiglia, e questo
dal punto di vista sociologico, oppure di quello dei valori umani, o
ancora dal punto di vista del Sacramento cattolico, del Sacramento
cristiano. Ed è una crisi perché la bastonano da tutte le parti e la
lasciano davvero ferita. Quindi è chiaro,
non si può non fare qualcosa. Dunque, la tua domanda: che possiamo fare?
Certo, possiamo fare bei discorsi, dichiarazioni di principi, sì, anche
queste vanno fatte, no? Le idee chiare! Guardate, quello che state
proponendo non è un matrimonio. E’ un’associazione, però non è un
matrimonio. Cioè, a volte bisogna dire le cose con molta chiarezza. E
questa cosa bisogna dirla. La pastorale è di aiuto, ma solamente in
questo è necessario che sia ‘corpo a corpo’. Quindi accompagnare, e
questo significa perderci il tempo. Il grande maestro nel perdere il
proprio tempo in questo è Gesù, no? Ne ha perso di tempo per
accompagnare, par far maturare le coscienze, per curare le ferite, per
insegnare! Accompagnare è fare un cammino insieme. E’ ovvio che il
sacramento del matrimonio è stato svalutato; si è passati,
irresponsabilmente, dal sacramento al rito. La riduzione del sacramento
al rito. Quindi si fa del sacramento un fatto socialE ...
Francesco I
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