venerdì, novembre 14, 2014

La Festa dei Folli

 



Gemain Colin-Bucher(1475-1545)

Epitaffio di un Bevitore

Qui giace, ed or ne udrete meraviglie
Un famoso assassino di bottiglie,
Anti-Bacco, crudele vinicida
Mai gotto non lasciò pieno né vuoto.
Taccio il suo nome perché puzza di vino
Ma v’era in lui uno spirito divino
Solo a mirarlo dava sete a tutti
Latte avea in uggia e ciliegie e il melone
I fichi, l’uva passa e l’altri frutti
Solo avea care le noci e ‘l provolone,
Al gargarozzo sentiva tanto male
Che si nutriva sol di carne al sale
Iddio e i Santi copriva di bestemmie
Quegli anni ch’eran scarse le vendemmie
Per questo, gente mia, dovete credere
Che venne al mondo per bere e non per gemere.
Deh non piangete la sua dipartita!
Ché la sua vita al vino era asservita.
Fate piuttosto a Bacco orazione
Si ch’infine l’accolga in sua magione
E lo sistemi in fondo alle cantine
Ché degna di sua vita sia sua fine.
*



Jean Lemaire des Belges

Rondò

Grande Concordia con picciola Avarizia
Cuori devoti a nobile Milizia
Audacia in guerra ed in pace equità
Posero Roma in tale autorità
Che stava il mondo intero al suo servizio.
Quivi fu posto il trono di giustizia
E così bene svolse il proprio offizio
Ch’ognun stimava tal felicità
Ben grande.
Quando Vertù cedette ‘l loco al Vizio,
Quando ricchezza ed ambizion inizio
Di tutti i mal varcarono sue mura
Con esse entraro e ruina e paura
E sua caduta fue senza mesura
Grande.
*


Pierre Gringoire

Il Bando del Principe de’Folli

Orsù folli lunatici, folli storditi e saggi
Abbandonate i borghi, le castella, i villaggi,
Folli furiosi, folli stolti e sottili,
Deh! Folli innamorati, folli sparsi e selvaggi.
O folli vecchi e nuovi, de’ più vari legnaggi,
Folli stranieri, barbari, gentili,
Folli perversi, folli loici e vili,
Il Prence Vostro senza tirare il fiato
Sarà Martedì Grasso in Piazza del Mercato.
O dame folli, o folli damigelle,
Folli vegliarde e giovanette snelle,
Folli codarde e ardite, laide e belle,
Voi tutte folli che amate l’augellino,
Folli secche dolcissime o rubelle,
Folli che bramano il loro bottino,
Folli che trottano per ogni cammino,
E magre e rosse e col cranio spelato
Martedì starà il Prence in Piazza del Mercato.
Folli embriachi, pilastri dell’osto,
Folli che sputan scaracchi di mosto,
Folli cui piace ‘l dado, il vino e ‘l sesso,
Folli ch’a notte braccano la topa,
Folli che spesso impugnano la scopa,
Folli che a Dame lo forniscon spesso
Folli ben mondi folli cui pute il fiato
Martedì starà il Prence in Piazza del Mercato.
Mamma de’Folli invita le piccine
Orsù correte tutte voi beghine
Che di nascosto ‘l buon tempo vi date
Folli gaie, carine, delicate,
Folli di miel che le gonne levate,
Folli che fate gli uomini godere,
Folli nordici e folli cameriere,
venir dovete con il capo agghindato
Martedì starà il Prence in Piazza del Mercato.
Scritto e approvato trincando a gran boccali,
Senza obliar nessuno della greggia
Dal Prence istesso e da’ suoi offiziali
Il sigillo è di dama una scoreggia.


*

trad. genseki

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