Tora san è il personaggio principale di una serie di film giapponesi, più di quaranta dal titolo: "Otokowa tsura yo" che in italiano si potrebbe tradurre come
"Mannaggia quant'è duro essere un uomo!" o qualche cosa del genere. Tora san è un venditore ambulante che viaggia per tutto il Giappone con una valigia piena delle sue merci, è goffo, imbranato e buono, nei piú remoti angoli della provincia si innamora sempre di una bella signora che non lo corrisponde mai. Tora san non ha famiglia, la sua parente più prossima è la sorella Sakura che vive a Katsushita Shibamaka con il marito e che possiede una piccola bottega tradizionale. L'amore melanconico e infelice è il tema del tenero Tora san, che può molto vagamente essere paragonato a Totò ma solo per quel sorriso di trasognata bontá, per quell'appartenere al popolo con tutto il corpo e tutta l'anima rappresentandone la parte migliore e serenamente rasegnata.
Ho incontrato Tora san durante il mio primo viaggio in Giappone. Il mio arrivo a Tokyo coincise con la morte dell'attore che lo interpretava Atsumi Kiyoshi. In realtá i morti erano due Kiyoshi e Tora san.
Tokyo era immensa e rovente nel mese di Luglio, non capivo quasi una parola di giapponese e avevo i soldi per nutrirmi solo delle bevande energetiche che si compravano nei distribitori automatici delle sazioni ferroviarie. Viggiavo sui tren delle linee suburbane nella tarda mattinata, quando sono semivuoti dai finestrini vedevo le silhouttes di cartone di Tora san alle finestre degli appartamenti, sulle porte dei caffé e dei ristoranti, agli incroci. I treni erano limpidi e puliti, avevano qualche cosa di erotico e di freddo. Non mangiavo abbastanza ma avevo abbastanza soldi per comprare una bicicletta di seconda mano. Le strade erano bordate di Ginko Biloba, passavo giorni senza parlare con nessuno, i fumetti l leggevo recuperandoli dai bidoni della raccolta differenziata alle stazioni del bus. Il caffé lo bevevo gratis nella hall di qualche grande centro commerciale, agli angoli delle strade all'ombra dei pali stracarichi di cavi di tutti i tipi mi apparivano le silhouettes funebri di Tora san. La sera tutte le televisioni trasmettevano film di Tora san di cui non capivo quasi niente ma che non era difficile seguire. Erano storie universali. La storia del vagabondo dal cuore spezzato, della Madonna e della solitudine. Tora san era il mio unico amico.
Un santo forse a cui rivolgermi quando la solitudine mi provvocava una specie di strana narcolessia.Mia moglie e il suo amante se la spassavano su di una qualche isola greca, non sapevo ovviamente quale, e io cercavo il sorriso di Tora san nello spietato calore estivo di Tokyo in mezzo a onde di uomini di affare dalle camicie inspiegabilmente bianche e profumate, alla svolta di ogni strada.
genseki
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