Uno di quelli che chiamano
“Tutto a un euro” fu in uno
Di questi negozi che lo avvicinò
Per la prima volta con le nocche
Pallide per la tensione
La fronte sudata e i lunghissimi capelli
Falsi come un film di Zeffirelli
Con una mano reggeva un cuore fiammeggiante
Pericolsamente vicino a tutte quelle tute di acrilico
Lo vide in mezzo ai portaincensi
Ai budda canini dai ventri dorati
Alle borsette della Pukka
Era vestito di velluto o di panno
Dapprima non udì la sua voce
Sommersa tra le grida dei guerrieri cinesi
Che si battevano su uno schermo piccolissimo
Davanti agli occhi della grassa bottegaia
Poi le sue parole si materializzarono proprio nel centro
Della sua fronte forzandola a corrugarsi:
Perché mi hai dimenticato?
Perché mi fuggi?
E non c'era dolore in quella voce
Ma uno sfrigolio come di mosche
Incenerite da una di quelle macchine azzurre
Non ti ho dimenticato – rispose,
-
Tu sei dentro di me come il dolore e la pace,
Tu sei l'Unico che mi consola ma non torneró
Sono condannato alla gnosi islamica e buddista
É lo stesso, il tuo amore mi lava nel sangue
Il tuo cuore è la lampada che rende lebbrosa la mia pelle
Tra i denti ti serro mia manna, ostia mia
Ma non posso tornare!
Continuava sfrigolando un po' sfuocato
E lui vide allora che tutti gli oggetti del negozio
Erano tumori, groppi di dolore, nodi di oppressione
E il Nemico rideva dei bambini e degli storpi
Ma era tardi anche solo per prendere un caffé con lui
Il Tram per il suburbio stava per arrivare
Comprò una bic per giustificarsi
La cassiera aveva le unghie dei piedi
Dipinte di rosa e un violoncello tatuato
Sulla caviglia appena sopra la ciabatta a forma di coniglio.