domenica, marzo 12, 2023

Voce dell'albero



Damaso Alonso

Trad. Pietro


Che vuole da me la tua mano? 

Che pretende da me, dimmelo albero mio!

Era la brezza che ti muoveva, ma il gesto

Era tuo, tuo.


Come il bambino, cagliato di tenerezza

Che a lui sboccia nelle viscere e che no sa 

Esprimere, lentamente tristemente

Mi hai sfiorato il volto con la mano,

Fu una carezza del tuo ramo

Che dolcezza vi era

nel tuo tocco!Che limpida 

Deve essere la tua voce! Cosa mi hai chiesto?

Che vuoi da me ,albero mio?


La pietra sterile testarda 

Concentrata nel suo lutto

Frenetico mutismo o grido immobile -,

Riesce a dire il suo duolo

A forza di silenzio accumulato.


L’uomo 

- Oh menagramo gracidare, inutile ululato

È voce nel vento, voce sola nell’aria.

Il vento e il mare non udranno mai i suoi lamenti.

Ahimè, il cielo non udrà mai il suo grido;

Mai, mai, gli uomini.  


Tra l’uomo e la roccia

Con che malinconia

Mi sai comunicare la tua tristezza,

Albero, tu, triste e buono, tu il più profondo

Il più oscuro degli esseri! Lenta

Condensazione lúgubre

Di tenebrosi succhi minerali,

Materia in soave, lento ribollire,  chiusa

In volontà di essere, dove l’inerte

Sale con ardua affinità di foglie

Fino alla totale frenesia!

Tu, genio, furia

Espressione della terra dolorosa,

Che ti erigi, acuto, contro il cielo,

Come un ahimè, come una fiamma,

Come un clamore! Insomma mostro con braccia,

Artigli e chioma

:

Oh soave e triste mostro verde,

Davvero, davvero pensoso

Con profonditi di tempo,

Con silenzi di Dio!


Non so quali alti segni

Lontani, di un amore triste e diffuso,

Di una grande amore di nebbia e splendori

Vorrebbe recare il tuo verde ramoscello

Che, con il vento, ora

Mi sta sfiorando il volto.

Ignoro il suo messaggio

Profondo. Lo ho colto, baciato

(Un bacio profondo)

No so che cosa vuoi dirmi!


Da: Hijos de la ira

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