lunedì, marzo 20, 2023

Salinas de San Pedro del Pinatar



La bellezza di questa luce fresca che accarezza il mare e la salina, la bellezza di questi voli bianchi e grigi, di queste scintille sulle creste delle onde, della spuma che si frange in candidi spruzzi si apre a me come un dono, quando mi apro ad essa, quando sono disposto ad accoglierla, quando lascio che la mia individualità si estenda fino al punto di svanire. Si distenda piuttosto che estendersi fino al limite della dissoluzione, al confine della scomparsa, solo in questo limite, su questo filo di rasoio la colgo e mi inonda. Perdersi perché questo dono, o meglio questa grazia, questa benedizione sia anche disvelamento, perdersi è la condizione necessaria. Non si tratta di voler fermare il tempo, questo movimento distrugge la belleza, si tratta di lasciare che il tempo ci trascini nel suo fluire che ci neghi e che in lui possiamo riemergere di nuovo in una spossante altalena di nulla e appena qualcosa. Tra questo nulla e questo qualcosa si da la belleza che è allora promessa e speranza, ignoto e nido, apertura all’orizzonte e capanna alla soglia del bosco, al bordo del deserto rossastro.


Pietro

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