lunedì, marzo 20, 2023

Felissa



Felissa è un nome dal sapore di menta, appena un poco amara, dall’odore della lavanda tra vecchie camicie impercettibilmente ingiallite Felissa è una anziana, vestita umilmente di panni grigi, nel mio ricordo di infanzia, mi conduce per mano fino a un chiaro nel bosco di pini e mi ingiunge di respirare profondamente il forte odore di resina, non lo dice con affetto, non vi è traccia di tenerezza in lei, semmai di una certa severità che comunque non si esprime. Mi tiene per mano, mi conduce verso il bosco, non so bene chi realmente sia né se possa rivelarsi ostile. Mi adatto a credere che no, che non ha intenzione di farmi del male, che non sono stato abbandonato. Questa passeggiata si ripete ogni mattina, come un rito celebrato esclusivamente da noi due. Non so nulla di lei, non so perché mi prenda per mano e mi conduca alla radura tra i pini, l’odore di resina, di terra bagnata, l’indaffararsi delle coccinelle tra i rannuncoli mi fa battere il cuore, respiro profondamente, e questo mi fa sentire come un batuffolo di mondo e di un mondo sacro, tra scoppi di pigne. Ê la sensazione di essere divenuto degno della morte, di una morte anonima come carne di pino, con il colore della terra appena mossa, e mi sento annegare da questa inebriante dolcezza, da questa dolorosa sicurezza. Respiro forte, forte l’odore dei pini tra il ronzio delle mosche.

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