Sono passati mille anni e
non era che un giorno
Sonno prendilo per i
piedi buttalo nella spazzatura
nel fieno della sua
tenerezza raggomitolato pugnala la vita
che il cancarone sparso
nella stalla sporchi il sangue carte su tavola niente
nelle tasche niente nelle
mani niente niente piú niente
sono passati mille anni e
era una notte sola
un pesce spaccato per la
lunghezza tiepida e il sogno ci risucchia nelle sue viscere
aperte i claxons non
hanno piú forza i camion si sono parcheggiati
agli orologi nessuna
finta
mezzanotte passa il mondo
passa
e io passo tutto passsa
ammassiamoci coprifuoco nella folla densa lenta non vi è
ness'unaltra via d'uscita fa freddo fa caldo e il sogno è una carta
assorbente ancora un mucchio di ferraglia tra invincibili saluti
dell'aurora tra gli stracci infamanti delle infanzie squisite del
ricordo caldaie da bucato in testa materassi materassi sul tetto
delle auto vi ho visto in Spagna e il dolore mi fa ancora fremere con
tutta la ridicola potenza che l'uomo crede aver domato ne abbiamo
viste molte altre e la paglia e l'asse la quaglia e il fucile delle
poltrone Luigi XV a brandeburghi sul petto e delle casse gabbie
bagagli tutto forbito colocato infangato macchie di sangue sulle
lenzuola gli sguardi fustigati perduti nei ritornelli adulterini
delle tracce di passi nel fango che sappiamo delle case abbandonate
della morbida intimitá desbordante dalle viscere del pesce sventrato
dal confuso ammasso dei pensieri stonacati dei maniaci muffe delle
ripetizioni e degli stracci coltivati in giardini pensili di tutte le
miserabili grandezze e del latte oscuro della passione la vita
multiple degli umani naufragati che siamo mucchio di imbecilli
abbandonati a la noncuranza dei solstizi tenera tenera è la notte
agli scampati della paura
il sonno immobile
la pietra al collo
mille anni sono trascorsi
e era una sola notte
non sono re magi che
sento sotto la finestra non sono buone notizie che sento abbuffare lo
spazio non è la porcellana dei gorgheggi
tra i rami gioia aperta
ai bambini
che odo nella mia miseria
sono nudo di speranza
annodata all'albero
vertiginosa ramificazione di fronde aspetto la folgore e il lampo
mi offro all'ascia del
taglialegna dall'alto in basso e con un solo coplo che spezza la
vendetta della terra e si rianima la folgore nei pressi del mio
sfinimento
son passati mille anni e
solo era una notte e anche questa notte notte i re magi marciano a
scaldare la gioia dei camini cantando trasformare la sabbia in erba
dolce la pietra in sorgenti e le ortiche in cristallo nelle
conchiglie c'è sempre il riso lontano soggiorno delle caravelle di
briganti mille anni di riso in una sola conchiglia e mille conchiglie
chiuuse nel cuore della mia ben amata dove sei testa di spiedo
in quali onde di velluto
si è perso il sogno assurdo di nuovo le strade si sono alzate con il
sole lentamente lentamente gli occhi sbattuti la nebbia in testa nel
ventre quanti kilometri dalla Porta della Muta un mondo intero ci
separa
è giorno a Parigi non ci
sono piú venditori di vestiti Parigi è cieco e le discariche sono
vuote i mercati coperti di tegole di silenzio la Flora tapezzata da
rose del deserto notte nera non riconosco piú le strade del mio
quartiere avanza dunque testa d'impagliato
a Parigi non ci sono piú
patate fritte è scuro a mezzogiorno ecco l'artiglieria sbocca a in
senso contrario è spenta e grigia come la nostra avanzata andate
testa di porco
è il crepitare della mia
giovinezza che sibila tra le mitragliette leggere anch'essa spente
specchio senza risorse,
Parigi Parigi mia cittá
aperta ritorno indietro cittá aperta agli assassini vestiti a festa
cittá proibita venduta insozzata tumefatta nella luce insradicabile
della tua primitiva fierezza la Tour Saint-Jacques resta ove risuona
il riso di Desnos e il riso ricade in mille petali di polvere
sollevano sul selciato lo spavento degli usignoli sono e battelli
lavatoio che vanno a la deriva è l'Ile de la Citá dove si
imbrogliano le ali i canti sono costernati in pose eterne i gesti
familiari ritrovati a quest'ora si dice che non la rivedremo mai piú
Rigaud gare Montparnasse
Benvenuta stazione a te cosí vanno le cose all'immortalitá se
credere in una buona partenza non fa male a nessuno i nostri sono
partiti portandosi via il nostro cuore pezzo per pezzo e mattone dopo
mattone si spoglia la cittá dei pianti
Crevel Passy Concorde
strazi dementi fummo di questo mondo ove manate di mani nascevano
sullo slancio amico delle libertá tenaci la Senna tra Via du Beaune
e des Saints-Pères quante sbornie colarono nelle nostre vene e se en
andarono ad ingrossare i debiti dell'aurora o Closerie questa notte o
visto affondare tanti lillá nelle tombe aperte che la mia vista si
confonde
quanto altri lo hanno
conosciuto come Unik di Via Vaugirard l'Ile Saint-Louis Montmartre
Auteuil Porte Saint-Denis era la guerra di Spagna al tempo della
purezza e noi correvamo al centro incandescente di braci nessun
orrore al mondo ci avrebbe fermato tanto i nostri cuori martellavano
alla stessa cadenza la tragedia serena che ricopriva il sangue delle
strade
Madrid pietra sigillata
nel mio dolore antica cittá chiusa all'amore come il mio amore
tradito Parigi mia cittá aperta torno indietro i sentieri battuti
delle mie giovano estati ove sono le passeggiate e scoprendo Parigi
la Ferme di Belleville o il libro d'ore pagina a pagina al tornante
delle risa Paul ancora ti vedo tra il manifesto LU e quello di Bovril
la Porte de la Villette che amavi come un indovinello la cittá si
gargarizza di claxons d'autobus i rami dei metro fanno scaturire
geysers le donne sono regine vanno come chiatte ignare della loro
bellezza le loro teste sono altrove
en abbiamo contato i
carichi impalpabili tesori che passano a filo d'acqua passaggi o
passaggi pazienti impazienti passiamo sui nostri amori ci
porterebbero troppo lontano le fiamme si sono spente ai quattro
angoli del mondo e i miei amici sono morti proprio nel cuore di
Parigi
non sono mica nato ieri
e le rime intorno alla
vita il sole a bandoliera le dolci pozioni torttando alle mie tempie
l'aria di festa che attraversa il petto la gaiezza carnale che si
eleva
offerta in onore di
questa luce
…
Tristan Tzara
da “ A Haute Flamme”
trad genseki
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