Diverse erano allora le parole e diverso il dolore
Il calore dell'agosto traboccava dagli olmi
L'ombra sgorgava ancora dalla soglie delle capanne
E la corsa scrosciava ai madidi talloni
Feriti come rami dall'ombra dei ruscelli
La piuma della tua iride era nera di corvo
Il palmo della mia mani stringeva tutti i tuoi sguardi
(alcuni sgusciavano via tra le dita non abbastanza serrate)
Nell'amido d'amore fecondo si covava
La speranza solare falena vellutata
Dalla ferita scoscesa stillava il desiderio
Alla palma era inchiodato dal nitrito festivo
Le gocce del tuo tempo le lasciavi cadere
E conservavi il fiato come un petalo trasparente
Tremante sull'avena che inclinava la nuca
In rari diagonali brividi d'argilla.
*
Altri vestiti altre erbe no non volevo provarli
Indossarli come l'acque indossa la corrente
Come il vento prova sul suo corpo vibrante
La fibra trasparente dei sofffi e dei voli
Preferivo cadere allora tra i rintocchi
Frantumarmi in un volo di accordi
In uno scroscio di significati e di ciglia dal battito asincrono
E poi i tuoi erano neri – con quei denti – e ricamati
Vestiti a dorare la primavera nei meli
Quante piume anch'esse nere erano sparse nel prato
Tra la colza, sulla neve, tra gli olivi impoveriti
Dal passo troppo rapido della storia!
Altre erbe altri racconti ad una svolta del senso
Promettevano che la parola fosse carne e ricamo.
*
genseki
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