lunedì, dicembre 14, 2009

Lamento dei vecchi smemorati

I pochi vaghi fili ancora intatti
Che ci legano al mondo della luce
Vanno facendosi sempre piú sottili
E quanto piú sottili più dolenti

Cosí van susseguendosi gli istanti
Franosi mancamenti di pensieri
In una nebbia di dimenticanza
In una danza di ali e di fiocchi

Ci appare l'ora mosaico di rintocchi
E il sole che piú scalda è quello d'ieri
Domani è affanno d'esserci precario
La speranza è tessuta in filigrana

Sullo specchio d'ottone impolverato;
Vecchi restiamo avvolti in mille scorie
Eretti contro il vento del futuro
Che furioso vuol spingerci a ritroso

Solo riflessi ormai restiamo eretti
E lo specchio è un tessuto luminoso
Che si va consumando filo a filo
Memoria è regno di robinie in fiore

Bianco il Tuo seno come la ricotta
Lascia che il capo vi si posi ozioso
O Falciatrice dai piedini svelti
Quando gocciolerà l'ultimo raggio.




genseki

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