sabato, dicembre 05, 2009
Alma Ata
Fu ad alma Ata che la vidi nuda
Per la prima volta sulla moquette
Dell'Hotel Rahat
Venivamo dalla città bassa
Dalla visita alla cattedrale di Zenkov
Il Principe Timur aveva rienpito
Anche i miei occhi del suo miraggio azzurro
In cui cavalcava con i serpenti
E le fiamme ballavano tra la segala
Sulla moquette la sua biancheria
Formava come l'immagine plastica
Di una catena montuosa, innevata
Nuda aveva davvero pelle e pori
E tutto ben avvolto nel tepore
Era come carena abbandonata
Sulla spiaggia da un monaco naufrago
Un discepolo di San Brandano
Come un uccello senza seno, venere senza penne
Le dita dei suoi piedi mi sorpresero:
Avevano unghie!
Sembravano impegnate a fingere
Una solenne indifferenza
O poterla volare, essere in caccia
Persguirla nel cielo in una grandine
Di sangue
Fino a che fosse neve la sua carne
E il suo tepore cervo solitario!
genseki
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