Leone Africano
Descrizione dell'Africa
Guardó sotto il letto, nel camino e nella credenza: nessuno. Non riuscí a capire da dove fosse entrato e da dove, poscia, se ne fosse uscito.
Hoffmann
Notturni
Oh! Quante volte ho visto e udito Scarbo, quando a mezzanotte la luna brilla nel cielo come uno scudo d'argento su una bandiera di lapislazzulo costellata di api dorate.
Quante volte l'ho udito ronzare, il suo riso, nell'ombra della mia alcova e stridere la sua unghia sulla seta delle cortine del mio letto.!
Quante volte l'ho visto scendere dal soffitto, fare le capriole con un piede solo e rotolare per la camera come il fuso caduto dalla conocchia di una strega!
Credevo che fosse svenuto? Cresceva, il nano, tra me e la luna come fosse il campanile di una cattedrale gotica, un sonaglio d'ro in movimento sul berretto appuntito.
Presto, peró, il suo corpo azurrava, trasparente come la cera d'una candela, il suo volto impallidiva come la cera di un lumicino, e - di colpo si spegneva.
A. Bertrand
trad. genseki
Pauvre Rutebeuf
Dei vecchi amici che n'è stato
Che mi erano cosí vicini
E tanto ho amato
Come si sono diradati
Credo che il vento l'abbia spazzati
L'amor è morto
Erano amici che che il vento porta
E c'era vento alla mia porta
Li portó via
Al tempo ch'arbol si spoglia
Quando sui rami non resta foglia
Che non ne cada
E povertá mi schiaccia a terra
E d'ogni dove mi fa guerra
L'amor è morto
Che vi racconti non bisogna
Come giunsi a questa vergogna
O in che maniera
Dei vecchi amici che n'è stato
Che mi erano cosí vicini
E tanto ho amato
Come si sono diradadti
Credo che il vento li abbia spazzati
L'amor è morto
Male non suole venir solo
Così che colsemi ogni duolo
Ben meritato
Povero senno e misera memoria
Diemmi il Signore Re della gloria
E picciol bene
La tramontana su me si avventa
Vento che soffia
Ratto mi schiant
L'amor è morto
Erano amici che il vento porta
E c'era vento alla mia porta
Li portó via
trad genseki
Ruben Dario
Tutecotzimi
Es la mñanana magica del encendido trópico
Como una gran serpiente camina el rio hidrópico
En cuyas aguas glaucas las hojas secas van.
...
Junto al verdoso charco , sobre las piedras toscas.
Rubí, cristal, zafiro, las susurrantes moscas
Del vaho de la tierra pasan criblando el tul
E intacta con su veste de terciopelo rico,
Abanicando el lodo con su doble abanico,
Está como extasiada la mariposa azul.
Las selvas foscas vibran con el calor del día;
Al viento el pavo negro su grito agudo fía,
Y el grillo aturde el verde, túpido carrizal;
Un pájaro del bosque remeda un son de cuerno;
Prolonga la cigarra su chincharrar eterno
Y el grito de su pito repite el pito-real.
Los altos aguacates invade ágil la ardilla,
Su cola es un plumero, su ojo pequeño brilla,
Sus dientes llueven frutas del árbol productor;
con su vuelo rápido que espanta el avispero,
pasa el bribón y ocuro sante-clarinero
Llamndo al compañero con áspero clamor.
Su vasto aliento lanzan los bosques primitivos,
Vuelan al menor ruido los quetzales esquivos,
Sobre la aristoloquia revuela el colibrí;
Y junto ala parasita lujosa está la iguana,
Como hija misteriosa de la montaña indiana
Que anida el teutl oculto del sacro teocalí.