La poesia è un attentato celeste
Sono assente ma nel fondo di questa assenza
È me stesso che attendo
Il mio ritorno
Mi trovo in altri oggetti
Viaggiando spargo un po' della mia vita
La dono a certi alberi a certi sassi
Che mi hanno atteso per molti anni
Poi stanchi dell'attesa si sedettero
Ci sono e non ci sono
Nello stato dell'attesa sono assente e presente
Essi avevano bisogno delle mie parole per esprimersi
Io avevo bisogno delle loro parole per esprimerli
Ecco l'equivoco, l'equivoco atroce
Angoscioso lamentevole
Vado penetrando queste piante
Sto perdendo i vestiti
La mia carne cade a terra
Il mio scheletro lo ricopre la corteccia
Ecco che sto diventando un albero Quante volte mi sono
Covertito in qualche altra cosa
È un processo doloroso e pregno di dolcezza
Potrei gridare ma finirei per spaventare la transustanziazione
Bisogna tacere de aspettare in silenzio.
trad. genseki
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