mercoledì, ottobre 08, 2008

andava spegnendosi in me

Genova e la sua leggenda andavano spegnendosi in me
Non si ramificavano in episodi secondari non mettevano
Foglie né gemme resinose.
Soltanto il mare restava, restava laggiú lontano e definito
Come un mattone immenso di cobalto e di rame
Pesante sul destino di tutti coloro che respirano
Rendendo lenti, e viscosi gli aloni di tutte le anime
Genova e la sua leggenda si spegnevano
Si spegnevano in me in una fugace rincorsa di platani
In alberi maestri abbandonati nei campi di giugno
In un mare di grano, in ondeggianti sottovesti bianche
Avanzavano gli ultimi mattini di Genova con passo
Da top model dimentichi di blasoni e di grifoni
Di spille da balia e di cammei
E anche io andavo spegnedomi nei viaiai delle risacche
Mi spegnevo in Genova e in me lasciando che mare
E schiuma scalzassero il grande fico dell'orto
Sotto il quale sedeve Bertin il patriarca fumando con un grillo
Sulla spalla respirando con profonda soddisfazione
L'odore del fruttosio e quello del letame.

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