Nota sulle memorie di Dreiser Cazzaniga
Lo stato in cui ci sono giunti i diversi materiali che costituiscono le memorie di Dreiser Cazzaniga permettono di formulare diversi ipotesi sulla forma definitiva che egli avrebbe voluto conseguire. Nessuna di queste ipotesi può essere considerata definitiva, e probabilemente lo stesso Dreiser Cazzaniga aveva in mente diversi e contradditori progetti che non giunsero mai a una forma meno fluida, di quella alla quale ci troviamo di fronte.
Dreiser Cazzaniga era un collezionista saltuario. Collezionava qualsiasi cosa in modo programmaticamente non sistematico e soprattuto assolutamente non esasustivo.
Per un lungo periodo collezionó i biglietti di qualunque mezzo di trasporto di cui si fosse servito in qualunque parte del mondo conservandoli nelle scatole di cartone delle camicie che stava bene attento a conservare dopo averle tolte, le camicie dal cellofan e aver tolto tutti quelli spilli e graffette di plastica. Per un certo periodo collezionó anche gli spilli delle camicie in una scatola di latta delle pastiglie Leone. Per un certo tempo, infatti, collezionó anche scatole di latte di pastiglie Valda, Leone, Re Sole e di svariati tipi di te cinesi. Poi usó le scatole come contenitori di altre collezioni minori. Le collezioni avevano per lui soprattuto un significato di amuleto. Agalma. Ritorniamo alla collezione di biglietti. Questa prosperó, impazzita dilagando dalle scatole delle camicie ai vasetti di yogurt da mezzo chilo fino a quando Dreiser Cazzaniga pensó che una cosa cosí la poteva fare solo qualcuni al bordo della follia e in poche decine di minuti se en disfó.
In diversi occasioni si disfó di materiale raccolto per le Memorie e di altre collezioni saltuarie come quella tanto amata di fumetti pornografici.
Poi si dimenticó di essersene disfatto e la cercó con sempre crescente frustrazione in tutti gli anfratti del suo grande solaio dove prima di regalarla all'Apache la aveva coscienziosamente custodita.
Una delle ipotesi piú interessanti è che Dreiser Cazzaniga volesse scrivere le sue memorie al futuro. Non ci è dato sapere se con un tono oracolare o narrativo. Peró al futuro. Qualche cosa del tipo: “il giovane Dreiser Cazzaniga con il maglioncino giallo fosforescente che la mamma avrá comprato nel mercatino del barrio di Briggio il decimo uscirá dalla classe nell'intervallo per recarsi ai bagni dove i saranno soliti riuniri i fumatori e tutti gli altri duri. Nel corridoio, anzi a un aangolo del corridoio quasi si scontrerá con la compagna di scuola Lagrassa-Cavani, dallo sguardo irrimediabilmente porcino che gli getterá su maglioncino un sostanza bluissima, azzurrosa e viscida scoppiando poi a ridere insieme a la di lei inseparabile amica...etc”
Piú sicura, quasi certa è, invece, l'ipotesi che Dreiser Cazzaniga volesse scrivere le sue memorie dal punto di vista della morte. Dovevano apparire come le memorie di quelcuno che era giá morto, compilate e interpolate da un fedele curatore quando ancora Dreiser Cazzaniga era in vita. Pienamene in vita, direi. Il fatto è che Dreiser Cazzaniga non sapeva come procurarsi un curatore. Nessuno lo conosceva e non aveva mai combinato niente per tutta la vita.
Dreiser Cazzaniga era proprio quel tipo cui durante una festa o un ricevimento nessuno rivolge mai la parole e che se inizia a parlare lui, tutti gli altri con la scusa di andare a cercare un'altra coppa di champagne o con la scusa del canapé scivolano inmediatamente a formare altri capannelli.
Come trovare qualcuno che si interessasse alle sue memorie? Si giunse a formulare l'ipotesi che l'intenzione di Dreiser Cazzaniga fosse quella di crearlo, il curatore, O persino che egli intendesse adotarre come curatore qualcuno che fosse già morto e dare alla luce le sue memorie usando il nome di costui come schermo narrativo, naturalmente con il consenso degli eredi. Avrebbe cosí conepito le memorie di un vivo curate da un morto chele narra al futuro.
a cura di genseki
Lo stato in cui ci sono giunti i diversi materiali che costituiscono le memorie di Dreiser Cazzaniga permettono di formulare diversi ipotesi sulla forma definitiva che egli avrebbe voluto conseguire. Nessuna di queste ipotesi può essere considerata definitiva, e probabilemente lo stesso Dreiser Cazzaniga aveva in mente diversi e contradditori progetti che non giunsero mai a una forma meno fluida, di quella alla quale ci troviamo di fronte.
Dreiser Cazzaniga era un collezionista saltuario. Collezionava qualsiasi cosa in modo programmaticamente non sistematico e soprattuto assolutamente non esasustivo.
Per un lungo periodo collezionó i biglietti di qualunque mezzo di trasporto di cui si fosse servito in qualunque parte del mondo conservandoli nelle scatole di cartone delle camicie che stava bene attento a conservare dopo averle tolte, le camicie dal cellofan e aver tolto tutti quelli spilli e graffette di plastica. Per un certo periodo collezionó anche gli spilli delle camicie in una scatola di latta delle pastiglie Leone. Per un certo tempo, infatti, collezionó anche scatole di latte di pastiglie Valda, Leone, Re Sole e di svariati tipi di te cinesi. Poi usó le scatole come contenitori di altre collezioni minori. Le collezioni avevano per lui soprattuto un significato di amuleto. Agalma. Ritorniamo alla collezione di biglietti. Questa prosperó, impazzita dilagando dalle scatole delle camicie ai vasetti di yogurt da mezzo chilo fino a quando Dreiser Cazzaniga pensó che una cosa cosí la poteva fare solo qualcuni al bordo della follia e in poche decine di minuti se en disfó.
In diversi occasioni si disfó di materiale raccolto per le Memorie e di altre collezioni saltuarie come quella tanto amata di fumetti pornografici.
Poi si dimenticó di essersene disfatto e la cercó con sempre crescente frustrazione in tutti gli anfratti del suo grande solaio dove prima di regalarla all'Apache la aveva coscienziosamente custodita.
Una delle ipotesi piú interessanti è che Dreiser Cazzaniga volesse scrivere le sue memorie al futuro. Non ci è dato sapere se con un tono oracolare o narrativo. Peró al futuro. Qualche cosa del tipo: “il giovane Dreiser Cazzaniga con il maglioncino giallo fosforescente che la mamma avrá comprato nel mercatino del barrio di Briggio il decimo uscirá dalla classe nell'intervallo per recarsi ai bagni dove i saranno soliti riuniri i fumatori e tutti gli altri duri. Nel corridoio, anzi a un aangolo del corridoio quasi si scontrerá con la compagna di scuola Lagrassa-Cavani, dallo sguardo irrimediabilmente porcino che gli getterá su maglioncino un sostanza bluissima, azzurrosa e viscida scoppiando poi a ridere insieme a la di lei inseparabile amica...etc”
Piú sicura, quasi certa è, invece, l'ipotesi che Dreiser Cazzaniga volesse scrivere le sue memorie dal punto di vista della morte. Dovevano apparire come le memorie di quelcuno che era giá morto, compilate e interpolate da un fedele curatore quando ancora Dreiser Cazzaniga era in vita. Pienamene in vita, direi. Il fatto è che Dreiser Cazzaniga non sapeva come procurarsi un curatore. Nessuno lo conosceva e non aveva mai combinato niente per tutta la vita.
Dreiser Cazzaniga era proprio quel tipo cui durante una festa o un ricevimento nessuno rivolge mai la parole e che se inizia a parlare lui, tutti gli altri con la scusa di andare a cercare un'altra coppa di champagne o con la scusa del canapé scivolano inmediatamente a formare altri capannelli.
Come trovare qualcuno che si interessasse alle sue memorie? Si giunse a formulare l'ipotesi che l'intenzione di Dreiser Cazzaniga fosse quella di crearlo, il curatore, O persino che egli intendesse adotarre come curatore qualcuno che fosse già morto e dare alla luce le sue memorie usando il nome di costui come schermo narrativo, naturalmente con il consenso degli eredi. Avrebbe cosí conepito le memorie di un vivo curate da un morto chele narra al futuro.
a cura di genseki