venerdì, marzo 12, 2010

Corvacci II

Questa versione di corvacci è molto più oggettiva della precedente.
genseki

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Inmediatamente volò verso tutti quei corvi
Portato dal vento del latte
Con tutti i rottami di altri, violato -
Manichini rotti, occhi unghie
Le ferite nel petto
E quel vestito poporporino molto caro
Ricamato con lacrime e nocciole
Pascoli biancospino
Le ciliege, le gocce di sangue della passione
Quel tremito che scuoteva il suo corpo torturato
Lo fece precipitare la moltitudine che stava a Sula
Come fosse pioggia di rubini, spilli, l'acqua, il sudore lo spirito
Perfino la lingua lo leccó tutto fino al bordo
E allora si ruppe in mille idiomi porpora
Come Dimitri succhiato Royce
Lo stenditoio dei vestiti dei fiori Estrelle di Sicilia
E I CORVI corvacci a sbattere le alucce nella fronte
In cerca di altre piscine di olio di anice, di ottone
Era la febbre, le spine nelle tempie, la tunica azzurra
Madre
No, non dentro la madre della madre
C'era il vecchio rovere
Quello che apparve repentinamente nel giardino
Quando voltò la testa
Ufficio del Direttore, emozionato
Non c'era prima e ora minaccia il cristallo sporco
Con bollicine di parecchi appena azzurra sul bordo
Tocca con i suoi rami neri di foglie leggermente arancioni
Su cui riposavano i corvi stridenti
Percorso della primavera dei suoi baffi
Proprio come molti piloti da caccia
E quello che aveva perduto gli occhiali.

genseki

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