martedì, marzo 02, 2010

Dove caddero le loro mani

Sono mani cadute laggiú
Dove la città declina, si stinge
Sbocca delta di cemento
Nell'azzurrità dei canneti
Nel volo di cromo degli sciami di mosche
Tra le lame di palmizi stinti
mani abbandonate con le palme all'insú
a raccogliere come catini la pioggia
Maleducata del marzo impallidito
Mani che furono strette altrove
dagli dei di bronzo di cui portarono i sigilli
Il sole le disincarna in ali d'uccelli bianchi
Caduti alla riva del volo.
Le bietole e il tarassaco crescono tra dito e dito
Mani che giacciono aperte laggiú
Dove la cittá è un grido
E il sole sembra appoggiarsi
Ai fianchi madidi del monte.

genseki

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