L’intimità con il nostro morire ci apre la dimensione dell’infinito. Quando viviamo il nostro morire come il centro del nostro essere, quando sperimentiamo la dimensione finita del nostro essere, sperimentiamo anche la dimensione infinita del nulla che ci attende. Ê uno spasimo davvero terribile. Questa esperienza però illumina tutti i nostri gesti, le nostre percezioni, le emozioni. Le illumina in un senso concreto, tutto diventa più vivido, più nitido, ogni dettaglio sembra risplendere di malinconia e gratitudine. Ê un dono, non ne dubito, un dono che duole e che strazia ma che trasforma.
L’infinito, l’eterno si da nella forma del nulla, è un nulla però che vivifica, un nulla che svuota e illumina. Un nulla che cela una speranza.
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