mercoledì, settembre 06, 2006
Jorge Eduardo Eielson
***
Dio sorride nello schermo
Del cielo. Vedo il suo sembiante
Fatto di righe e punti
Luminosi. Non sono sicuro, però
Che sia il suo. Se fosse il mio?
Spengo la televisione
Sorrido anch’io
*
Vedo una sfera gialla
Ma quadrata che brilla appena.
Già non è più nulla. Vedo migliaia
Di sfere gialle
Che non sono quadrate
E che non brillano nemmeno
*
Dopo tutto quello che ho visto
Nella vita continuo a credere
Che non v’è nulla di più semplice
Né di più bello
Che una bottiglia di vino
Quando piove
E solo il fuoco ci resta
Per amico
*
So perfettamente
Che la mia casa è una stella
Che si chiama vita
Che questa stella è la terra
E che ne avrò un’altra di casa più tardi
Su un’altra stella
Chiamata morte
*
Nonostante tutto quello che ho vissuto
E sognato la mia unica corona
È la mia povertà
Il mio sangue porporino e stanco
Il mio unico manto nella vita
Principe eterno di niente
Nulla mi rende più felice
Nulla più leggero
Che la mia corona
*
Faccia dei coriandoli con questo foglio di carta
E li getti dalla finestra
Con le sue angustie
I suoi calzini e le sue unghie
Qualcuno giú di sotto finirá per riceverli
Como chi riceve
La pioggia dal cielo.
*
Gli uomini d’affari non respirano
Non singhiozzano non conoscono
Le magnolie. Solo a gran pena orinano
E defecano come possono. Neppure
Amano qualcuno e nessuno
Li ama. Non vi sono animali piú veloci
E piú prossimi a la morte
Che questi esseri vacui
Non c’è nulla che non desiderino
O che sia loro negata ma al loro contatto
Tutto diventa nulla
Gli uomini d’affari
Sono tanto veloci e tanto stupidi
Che non conoscono
L’ozio.
*
Trad. genseki