lunedì, aprile 10, 2006

ION DUMITRU


Sophrosyne

(Lo scriba parla)

Seggo a tavola con i Signori della luce
E cospiriamo –
A carte scoperte:
Che diletto nel tessere
Come nel bosco di sontuosi giorni
Ed il frutto disfare, chiamato
Sophrosyne.

Esiste, si, fratellanza di croce
Tra la penna mia di scriba
E l’ali loro
Come codici vecchi
Portati sulle spalle sfogliati dal vento –
Forse per questo ho tanta voglia
Di legare fermamente nelle carte
Il limbo della santa parola
Sophrosyne.

Nel mio costato si rallegra
L’impugnatura della spada –
Nel mio corpo, sicuro, presente
Le tracce venture del mio sangue
E gli ossari di luce.
Lo accarezzo, lo castigo; i suoi occhi
Due furenti rubini,
Scintillano tranquilli quando mormoro
Sophrosyne.

A tavola seggo, coi Signori della luce
E cospiriamo
Per eleggere Principe Dracula
Del triplice trono
Heliand eterno
Oh! Quanto pane sara’ spezzato per noi
Quanto vino scorrera’
Per il perdono del peccato
Sofrosyne.

Polvere vespertina trafigge i cristalli –
I Signori della Luce si alzano sospirando
Al segnale dei cieli.
Muovendo senza forza
Le sue ali sfinite
Mi portano dalla tavolaVerso terre divine.
Piangi per loro
Nella chiocciola della tua cameretta
Mia perla:
Sofrosyne.

Sulla sua traccia, si edifica la terra
Di fronte alla pagina lattea
Resto a confabulare un po’ piu’ avanti
Con Sfinxul e Babele.

Trad. genseki

*

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