mercoledì, aprile 19, 2006

Giannina Dorme



Questa poesia e' tratta da l'Arte di essere nonno, una delle ultime opere di Victor Hugo. Un viaggio nel mondo della primissima infanzia, nei miti che non hanno ancora parola per nominarsi, che e' un viaggio del vechio poeta all'aorigine dell'immagine e della glossolala. Un viaggio che attraversa il sangue della Comune e l'orrore della politica, l'ingombro del prorio io universale e si riposa in un erotismo alla Fragonard, vissuto come pura luce di tenerezza.
genseki

La siesta


Nel bel mezzo del giorno dorme il suo sonnellino
Il bambino ha bisogno del sogno piu’ dell’uomo
E’ ben brutta la terra per chi viene dal cielo!
Il bimbo vuol vedere di nuovo Cherubino,
Con lui l’amico Puck e Titania e le fate,
E nel sonno il Signore gli scalda le manine.
Oh che grande sorpresa sarebbe di vedere
Giu’ nel suo sonno sacro, tutto pieno di raggi,
I paradisi aperti nell’ombra e quei passaggi
Di stelle che segnalano ai bimbi di star buoni,
Accecanti apparizioni !
Dunque, nell’ora che il sole ardente puo’ calmare,
E tutta la natura lo ascolta e si raccoglie,
A mezzogiorno, nel silenzio dei nidi, quando oblia
La foglia piu’ tremante di fremere un istante,
Giannina ha l’abitudine dolce di addormentarsi;
E sua madre un momento sospira e si riposa
Ci si stanca persino a servire una rosa
I bei piedini nudi dai passetti insicuri
Dormono, e la sua culla cinta d’un vago azzurro
Cosi’ come l’aureola circonda gli immortali
Sembra una nuvoletta fatta con i ricami;
E pare se si guarda la culla tanto fresca
Vedere un raggio rosa in fondo a un falbala’:
La miro, rido e sento che fugge la tristezza,
E’ un astro che possiede in piu’ la piccolezza;
La sua ombra amorosa ha l’aria di adorarla;
Trattiene il vento il soffio, non osa respirare
Poi nell’umile e casta alcova della madre,
Versando tutta l’alba che ha nella pupilla
Le palpebre spalanca e distende il braccino,
Agita un piede e l’altro. Cosi’ divinamente
Canticchia che le fronti s’affacciano dal cielo
Allora con la voce piu’ dolce la sua mamma,
Proteggendo con gli occhi la bambina raggiante
Cercando un nome dolce per chiamare il suo angelo
Dice alla sua chimera: - che orrore sei gia sveglia!
*
trad. gensekia pupilla

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