mercoledì, luglio 15, 2009
Alessandra tra i lillá - parte II
Oggi vedo un parco
Una signora celeste
I lillá dei muri,
La macchia di arbusti che cresce
Oggi ascolto
Una canzone lontana
Una storia di principesse
E di castelli
E addii estivi.
La cicala
Mi sveglió per dirle
Che dalla finestra
Entra l'odore dei pini.
Cristina Peri Rossi
1976
trad. genseki
La cosa in sé
Hegel
Fenomenologia dello spirito
trad. genseki
*
Certamente nessuno oggi, che entri in qualunque supermercato o centro commerciale puó nutrire qualche dubbio relativamente al fatto che gli oggetti che gli si presentano davanti in uno spettacolo multicolore abbiano qualche caratteristica di relatá e di certezza.Il mistero del mercato si manifesta nella pura cirolazione della merce che è una forma di ingestione e di assimilazione simbolica, non molto distante da quello che fu il mistero di Cerere e Bacco, ma con molta meno sapienza.
La certezza della nulla delle cose sensibili è sapienza comune di qualsiasi consumatore. Nessuna parola è piú adeguata di consumatore per indicare questa prosimitá al nulla. Consumatore o nullificatore è colui che entra nella sfera variopinta del mercato.
Il consumatore, infatti, non i ferma davanti alla cosa come se fosse davvero una cosa in sé, ma disperando della sua reaktá al di fuori della sfera ella circolazione, si getta su di essa la compra e appunto la consuma e consuma anche quest'ultimo residuo soggettivo del suo cosnumare.
Il Mercato, col la M maiuscola di Macdonald, celebra cosí con lui il mistero postistorico della merce.
genseki
Günther Eich
Sul verde dicembrino dell'altura
Si apre un pioppo come un monumento
Con lente ali tracciano cornacchie
Caratteri esoterici nel cielo
L'umida aria contiene suoni e segni
L'alta tensione vibra con i grilli
Gelano i funghi sul margine del bosco
Ed un nido di tordi sta marcendo
Il campo sta nelle linee ondulate
Il gelo delle pozze brilla per le crepe
Nubi pregne di neve van passando
Sull'alfabeto di questa amarezza.
Traducendo questi versi di Günther Eiche en scopro le affinitá con Trakl che alla lettura mi erano sfuggite
Secchi dietro il prato
Gli steli del luppolo
I fianchi del bosco
Mi donano l'autunno.
Verdi gli abeti
Vuoto il focolare
Non so piú da quando
Non en esce fumo
Il filo spinato
La terra bruciata
qualcuno è partito
io l'ho conosciuto?
Verdi gli abeti
La luce vivace,
I boschi silenti
Non hanno ricordi.
Come in Georg Trakl questa poesia è solo apparentemente una poesia della natura. La natura, anzi è assente anche come sfondo, essa fornisce soltanto la materia sonora e le forme per una cerimonia della disperazione. Cerimonia che si svolge interamente all'interno del linguaggio poetico nel blocco totale di qualunque deissi, nell'ossessione che lascia un particolare gusto di cenere nella memoria del lettore.
genseki
martedì, luglio 07, 2009
lunedì, luglio 06, 2009
Nuove traduzioni di Alejandra Pizarnik
Ricevi volto mio, muto, mendico
Ricevi questo amore che ti chiedo
Ricevi ció ch'è in me, quello tu sei
***
Distruzioni
In baci, non in argomenti.
Quevedo
Dalla lotta con le parole occultami
Spegni il furore del mio corpo elementale.
***
Amanti
Un fiore
non lontani dalla notte
si apre
alla delicata urgenza della rugiada.
***
Riconoscimento
Sei tu che porti il silenzio del volo di lillá
Nell tragedia del vento nel mio cuore
Hai fatto della mia vita un racconto per i bambini
Dove naufragi e morti
Sono pretesto di cerimonie adorabili.
***
Incontro
Qualcuno entra nel silenzio e mi abbandona
Ora la solititudine non è piú sola
Parli come la notte.
Ti annunci come la sete.
***
L'oblio
all'altra riva della notte
possibile è l'amore
--portamici--
portami tra le dolci sostanze
Che alla memoria ti muoiono ogni giorno
Prima fu luce
nel mio linguaggio nato
a pochi passi dall'amore.
Notte aperta. Notte presenza
trad. genseki
mercoledì, luglio 01, 2009
Carassone e la cicuta
Stamattina
Ho bevuto la mia cicuta
Prima di uscire, ascoltando il GR3
Ho conrollato che il freddo
Mi avvolgessse correttamente i piedi
Come uno scarpone
Poi sono sceso in strada
Giù giù fino dal Piemontese,
Quello dei polli e delle uova
Per pagare finalmente quel gallo
Quello che avevo offerto al mio oncologo
In segno di omaggio, con stupore
Qualche ora prima di morire.
***
Sul Sentiero di Carassone
Sul sentiero di Carassone
Entravo in un altro tempo
Un tempo di spazzacamini provenzali
Di farandole e di Beatniks
Un tempo di autunno e di pannocchie
E intorno avevo solo occhi malevoli
Occhi pieni di odio, di punti esclamativi
di asterischi taglienti
Occhi di loden bleu in naftalina
Ma non me ne accorgevo allora
camminavo felice come uno scemo
Tra il nuovo messico e le alpi marittime
nel ritmo folklorico di un verso di Mistral
Impregnandomi di autunno.
+
genseki
martedì, giugno 30, 2009
Alessandra tra i lillà
Di cose cosí finirè per morire
A.P. (suicida il 27 settembre 1972)
Alessandra tra i lillà
I
Forse fu il nome dolce di Alessandra
O quei lillà dui muri
Il loro alito nella note densa
O, forse,
La caccia nottuna
Di parole che scivolano
Sui vetri
Che le lascerá precipitare verso la morte
Nella solitaria
Durata di un grido
A mezzanotte
Complice di nomi oscuri
Imronunciabili.
*
II
Parola per parola
Facevi la notte
Agli angoli delle strade
Che il silenzio abbandonava
Restando in agguato
Come se fossero
Le dame rosse delle rivelaioni.
*
III
Si parola
Per parola
Facevi la note
Sussurrandola
- i piú bei suoni -
Perché quella notte
Non giunsero le parole alla riscossa?
Come ti fermarono
Sprovvista?
Dove stavano i ibri cinerini
Dei parchi
Dei rampicanti e delle pareti
Dove le dam porpora, le misterise
Dove tuo padre e tua madre?
- Forse fu il dolce nome: Alessandra -
Forse le cerimonie dei parchi.
Forse una dama rossa che non venne
Alla notturna
Festa di parole
Una che non mantenne la promessa
Qualcuno che non venne all'appuntamento
O la noia delle parole - a volte accade -
Te precipitó oltre i suoni
Quando finamene tutto fu detto
- Tutto fu detto -
E si alza ancora tenebrosa
La solitudine di Alice nello specchio d'altroqui.
*
IV
E il silenzio nascosto dentro la casa
E nel silenzio che resta
Quando gli amici se ne vanno
Nel silenio dei portacenere
Dei bicchieri senza acqua
Volesti stabilire la parola giusta,
Senza sapere
Che il silenzio e le parole
Sono solo agonie.
*
V
Il nome dolce di Alessandra
La simmetria nei parchi
Una bambina spaventata
- Oggi ce nebbia a Barcellona -
Parigi fu una festa
Che non hai voluto compartire
Lettere agli amici
Ove mancava una i o una iota
Il miserere notturno intonato
Da vecchie lescbiche
Un foglio bianco
Toujours
Un foglio bianco
La lettera che non arriva
La parola che manca
Ce la fanno
A spaventare una bambina.
*
Alessandra
Oggi vedo un parco
Una dama azzurra
Lillá sui muri
Cespugli che crescono
Oggi ascolto
Una canzone lontana
Una storia di principesse
E castelli
E congedi estivi
La cicala
Mi svglió per dirti
Che dalla finestra
Entra odore di pino.
lunedì, giugno 29, 2009
Victor Ségalen
Ecco l'impero che sta al centro del mondo. La terra aperta alle opere dei vivi. Il continente in mezzo ai Quattro-mari. La vita protetta, Propizia allla giustizia, alla felicità, all'accordo.
Ove gli uomini si alzano, si inchinano, si salutano i conformitá con il loro rango, i fratelli conoscono la loro posizione e tutto si ordina sotto l'influsso chiarificatore del cielo.
Laggiú il miracoloso Occidente, pieno di montagne che perforano le nubi; con i suoi palazzi volanti, i suoi templi leggeri, le sue torri mosse dal vento.
Ogni cosa è prodigio, ogni cosa è inattesa: la confusione si agita: la Regina dai desideri cangianti vi tiene la sua corte. Nessun essere ragionevole mai vi si avventura.
Ê laggiù che per magia Mu Wang ha proiettato la sua anima in sogno colà vuol dirigere i suoi passi.
Prima di abbandonare l'Impero per riunirsi con la sua anima egli en ha fissato, Qui, il punto di partenza.
trad. genseki
domenica, giugno 28, 2009
Se incontri una poesia
Se tra te e il silenzio
Si trova una poesia
Lasciala dove sta
Tu salta
Salta all'altro lato del senso
Sul versante dove c'è
Ancora tanta neve
Bianca comela pagina non scritta
E una luna sottile sottile
Come una parentesi aperta.
Se sul cammino del silenzio
Incontri una poesia
Non la salutare
Semplicemente
Passale accanto
E svolta dietro l'angolo
Dietro la siepe. dietro la staccionata
Cerca l'altro lato dietro qualsiasi cosa ne abbia uno
Va bene anche un vecchio tronco
O una pila di cassette vuote di acqua minerale
Ma cerca l'atro lato
Quello dove cade la neve ancora
E anche giá da prima
E la neve cade senza far rumore.
Se sul cammino del silenzio
Un poesia ti intralcia
Non ribellarti
Taci come il muro
Tace alla lucertola nel sole
Taci e corri cerca l'altro lato
Del paesaggio quello bianco
Quello gelato, quello dove gli alberi
Sono di brina
E dalle bocche esala
Il vapore del fiato
Senza suono
Se sul cammino del silenzio
Già intravedi la meta
Giá assapori la quiete
Della realizzazione
Siediti sulla soglia
Del giardino muto
E cerca una poesia
Nel muschio, o tra le fragole
Cerca una poesia
Tra le pietre della fonte
Che non sa mormorare
Tra le rughe di quel vccchio mendicante
Che ha perso la voce
Di tanto ringraziare
Cercala con dedizione assoluta, e
Abbi fiducia, ti troverá lei,
Tu allora non fare niente, non alzarti,
Semplicemente
Assaporala
Come un'immensa anguria
Nell'agosto marino
Della tua infanzia.
genseki
venerdì, giugno 26, 2009
La grande rinuncia
la rinuncia intermedia consiste da una parte nel seguire il Dao e diffondere i suoi insegnamenti, dall'altra a rinunziare ai benefici che da questo derivano mano a mano che essi si manifestano.
La piccola rinuncia consiste nel compiere ogni sorta di bene, nell'avere speranza e nel riconoscere la vacuitá attraverso lo studio dei testi fino a non avere piu nessun attaccamento ai propri meriti.
Con la piccola rinuncia la luce sta alle spalle e non si possono vedere fossi e crepacci.
Lo spirito del Bodhisattva è simile allo spazio vuoto da cui tutto è escluso.
Il fatto che i pensieri passati siano introvabili è la rinuncia al passato.
Il fatto che i pensieri del presente siano introvabili è la rinuncia al presente
Il fatto che i pensieri del futuro siano introvabili è la rinuncia al futuro.
Tale è la rinuncia ai tre tempi
Huangpo
Dialoghi
trad. a cura di genseki
mercoledì, giugno 24, 2009
Nichita Stanescu
Le nonparole
Mi ha teso una foglia come una mano a dita
Gli ho teso una mano come una foglia a denti
Egli mi ha teso un ramo come braccio
E come un ramo io ho disteso un braccio
Su di me si é chinato con il tronco
Come melo pesante per i frutti
Anch'io ho piegato il mio novello tronco
Udivo la sua linfa che saliva
Come sangue,
Egli udiva il mio sangue salire
Lentamente come linfa.
Ho trapassato il suo corpo
Lui ha percorso il mio
Io – sono rimasto un albero solitario
Lui – un uomo solo
Nichita Stanescu
Trad genseki
martedì, giugno 23, 2009
Sermone sulla morte
Veniamo, infine a trattar della morte
Che agisce per squadroni, previa parentesi quadra,
Graffa, paragrafo, mano grande, dieresi,
A che serve la cattedra assira, il pulpito cristiano?
La rapida avanzata del mobile vandalo?
E ancora meno questo rifugio sdrucciolo?
È per finir
Domani in gloria fallica
Diabetico e con sputacchiera
Volto geometrico, defunto,
Che ci servono le prediche e le mandorle,
Di patate ne abbiamo fin troppe,
E lo spettro fluviale d'oro ardente
Ove brucia il prezzo della neve?
Solo per questo dobbiam morire tanto?
Soltanto per morire,
Quel che ci tocca è morire ad ogni istante?
E questo paragrafo?
E la graffa deista che sollevo?
E lo squadrone cui mancó il mio casco?
La chiave che puó aprire ogni porta?
E a graffa forense, la mano,
La patata, la carne, le mie contradizioni da camera?
O matto, gatto, topolino,
O sensato cavallissimo che sono!
Cattedra, sì, tutta la vita, púlpito
E per tutta la morte!
Sermone di barbaria; queste carte
Questo rifugio sdrucciolo, le pelli.
Pensoso, in questo modo, aurifero, bracciuto,
La preda la difendo in due momenti,
Uno la voce, l'altro la laringe,
E con l'olfatto fisico con cui prego
L'istinto di immobilitá con cui avanzo,
Finché vivró potró sempre vantarmi
Ne saranno orgogliosi i calabroni
Perché io sto nel mezzo ed alla destra,
Ed egualmente mi trovo alla sinistra.
trad genseki