mercoledì, luglio 15, 2009

Günther Eich

Miniatura invernale

Sul verde dicembrino dell'altura
Si apre un pioppo come un monumento
Con lente ali tracciano cornacchie
Caratteri esoterici nel cielo

L'umida aria contiene suoni e segni
L'alta tensione vibra con i grilli
Gelano i funghi sul margine del bosco
Ed un nido di tordi sta marcendo

Il campo sta nelle linee ondulate
Il gelo delle pozze brilla per le crepe
Nubi pregne di neve van passando
Sull'alfabeto di questa amarezza.

Traducendo questi versi di Günther Eiche en scopro le affinitá con Trakl che alla lettura mi erano sfuggite

Secchi dietro il prato
Gli steli del luppolo
I fianchi del bosco
Mi donano l'autunno.

Verdi gli abeti
Vuoto il focolare
Non so piú da quando
Non en esce fumo

Il filo spinato
La terra bruciata
qualcuno è partito
io l'ho conosciuto?

Verdi gli abeti
La luce vivace,
I boschi silenti
Non hanno ricordi.

Come in Georg Trakl questa poesia è solo apparentemente una poesia della natura. La natura, anzi è assente anche come sfondo, essa fornisce soltanto la materia sonora e le forme per una cerimonia della disperazione. Cerimonia che si svolge interamente all'interno del linguaggio poetico nel blocco totale di qualunque deissi, nell'ossessione che lascia un particolare gusto di cenere nella memoria del lettore.

genseki

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