Louise Labé
1525-1565
***
Begli occhi bruni, ahimé, sguardi distolti
Sospiri ardenti e lacrime versate
Oh notti scure perse in vane attese!
Giorni lucenti che in vano tornate
Oh tristi pianti oh disio ostinato!
Oh tempo perso oh dolore sprecato!
Oh mille morti in mille lacci tese!
Oh pene nove per me preparate
Oh riso, fronte, capelli e mani e dita
Oh triste liuto , viola, archetto e voce
Cotante fiamme per ardere una donna!
Di te mi lagno che con tanti fochi
In tanti lochi il core mio toccando
Non ti scottò neppure una scintilla.
***
Dacché crudele amor m’ha attossicato
Primieramente co’l su’ foco il petto
Sempre bruciai di sua fiamma divina
Ch’un giorno solo il mio cor non ha lasciato.
Qualunque pena di molte che mi diede
O minaccia di prossima ruina:
Pensier di morte che di tutto è fine
Nulla poté stupir l’ardente core.
Quanto più amor ci viene a indebolire
Tanto più nostra forza rinfranca
Sì che in tal lotta sempre siamo freschi
Questo non face siccome favore
Quei che i Superni e gli uomini disprezza
Ma contr’a’ forti per più forte parere.
***
Morir si vede ogne cosa animata
Quando dal corpo l’anima si parte
I’ sono ‘l corpo e tu la meglior parte
Ove sei tu anima beneamata?
Deh non lasciarmi così a lungo smarrita
Che per salvarmi potresti giunger tardi
Non porre a tal periglio il tuo bel corpo
Rendigli tosto la sua parte pregiata.
Fa’ bell’amico che non sia periglioso
Il nostro incontro e il colloquio amoroso
Ornalo tu non di severitate
Non di rigor ma di grazia amichevole
La tua beltà rendimi dolcemente
Da crudele che fu or favorevole.
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18/06/02 18.44
Trad. genseki