giovedì, febbraio 23, 2017

Altre tre poesie di Pierre Reverdy

Oltre misura

Il mondo è la mia prigione
Se sono lontano da ció che amo
Non siete poi cossi lontane sbarre dell'orizzonte
L'amore la libertá nel cielo troppo vuoto
Sulla terra screpolata di doori
Un viso illumina e riscalda le cose dure
Che facevano parte della morte
A partire da questo volto
Da questi gesti da questa voce
Sono solo io che parlo
Il mio cuore che risuona e che batte
Uno schermo di fuoco tenero abat-jour
Tra i muri familiari della notte
Cerchio incantato di false solitudini
Fascio di riflessi luminosi
Rimpianti
Tutti questi brandelli di tempo cretpitano nel focolare
Ancora una mappa che i strappa
Un atto che manca all'appello
resta poco da prendere
In un moribondo

*

Sentiero seepeggiante

C'è un terribile grigio di polvere nel tempo
Un vento del sud dalle ali forti
Gli echi sordi dell'acqua nella sera che naufraga
E nella notte umida che sgorga dal tornante
Voci rugose che si lamentano
Un gusto di cenere sulla lingua
Un rumore d'rgano sui sentieri
La nave del cuore che becchegggia
Tutti i disastri del mestiere
Quando i fuochi del deserto si spengono uno a uno
Quando gli occhi sono madidi
Come ciuffi d'erba
Quando la rugiada scende a piedi nudi sulle foglie

Al mattino appena alzato
Qualcuno cerca
Un indirizzo perduto sul sentiero nascosto
Gli astri senza ruggine e i fiori precipitano
Attraverso i rami spezzati
E il ruscello scuro secca le sue labbra molli appena schiuse

Quando il passo del marciatore sul quadrante che conta
Regola il movimento e spinge l'orizzonte
Tutti i gridi sono passati tutti i tempi si incontrano
E io cammino verso il cielo con gli occhi nei raggi
C'è rumore per niente e nomi nella mia testa
Volti vivi
Tutto quello che è successo nel mondo
E questa festa
Dove ho perso tempo

Trad. genseki




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