Hugo Mújica
Poesie
Tad genseki
Alba
Quieto
Come chi non si muove
Perché il sangue non filtri
Dalla bocca,
Quieto,
Come un uccello
Ferito
Nel palmo della mano
Senza chiudere la mano
Esiste una fede assoluta:
Una fede senza speranza.
***
Ci sono cani que muoiono della morte dei loro padroni
Certi cani
Muoiono della morte dei loro padroni
Corpi che non fanno l’amore,
Fanno paura
Che non si agitano,
Tremano.
In certi uomini
Muore Dio
Come una goccia di ceralacca
Sul petto
Di un torso di marmo,
Sono quelli che piangono quando credono
Di parlare,
O gridano nel sonno, ma giunta l’alba,
Si dimenticano del grido
Con cui incendiarono la notte.
In certi uomini geme dio
Per non incontrare un uomo dove morire di carne,
Ma non piange come chi piange
Solo
Piange come chi piange con un bambino in braccio.
**
Appena pochi giorni fa
Appena pochi giorni fa morí mio padre,
Da tanto poco.
Cadde senza peso,
Come le palpebre quando giunge
La notte o una foglia
Quando il vento non strappa, culla.
Oggi non è come altre piogge
Oggi piove per la prima volta
Sul marmo della sua tomba.
Sotto ogni pioggia
Potrei giacere io, ora lo so,
Ora che sono morto in un altro.
**
A notte avanzata non dormo
Da lontano un tramonti
Ove l’autunno
È un luogo nel mio petto,
Cominciano a illuminarsi le finestre,
La mia nostalgia
Di stare dove so molto bene che entrando
Ritornerei fuori.
Dolgono gli occhi per sognare tanto lontano
La fronte per pensare
L’impensabile di tanta vita
Che non ho abbracciato
Tanti debiti di ció che non è nato.
Si vanno spegnendo le luci,
Ê la soglia tra una notte e l’altra
La fragile vicinanza
Di paura e speranza.
L’ultimo giorno potrebbe essere questo che finisce,
Questa notte
In cui sto scrivendo
Uguale, ma senza nuova assenza
Per continuare a sperare.
**
Fino alla fine
Vidi un cane nero morto
Sulla via
Schiacciato in mezzo alla strada, macchiato
Dalla neve.
Vidi la vita, proprio li,
E vi era solo questo: l’alibi
Dell’innocente: pagare tutto.
Percepii la vita nella neve e mi vidi morire
Come un animale che resiste
Fino all’ultimo
Fino al desiderio di essere finito,
Fino al gemito finale,
Quello che chiede il perdono per ogni crimine altrui:
Quello che perdona dio.
**
Un pezzo di fame, un bicchiere d’acqua
Fedele all’umano,
Alle dimensioni di ciò che le braccia
Cullano,
Allla festa
Di ció che le mani contengono,
Alla silenziosa speranza
Che consiste in non chiudere le labbra,
Fedele a un bicchiere d’acqua
E al pezzo di fame
Che un altro corpo ci porta,
Fedele sorso a sorso, fame a fame.
Fedele al pudore di un cenno soltanto
Soltanto all’abisso
Dell’Altro
Quando il silenzio
Tace nella pelle che ci separa.
Fedele al limite di morire uomo,
Di acera abbracciato quel vuoto
Che colma l’abbraccio stesso.
**
L’aperto
Quieta cade la pioggia
Sgorga l’aperto.
Piove, piove sull’attesa,
Cadere è il sentiero della pioggia
E il sentire è la sua meta.
Bisogna osare l’aperto e la caduta
Il deserto della sete
Non la sete del deserto.
**
Nel mezzo della notte
Anche nel mezzo della notte
La neve si scioglie bianca
E cade la pioggia
Senza perdere la sua trasparenza.
Ê lei, la notte,
Che ci libera dai riflessi,
Che ci dilata le pupille.
Il cieco col suo bastone
Cerca la luce, non il cammino.