lunedì, aprile 10, 2006

ION DUMITRU


Sophrosyne

(Lo scriba parla)

Seggo a tavola con i Signori della luce
E cospiriamo –
A carte scoperte:
Che diletto nel tessere
Come nel bosco di sontuosi giorni
Ed il frutto disfare, chiamato
Sophrosyne.

Esiste, si, fratellanza di croce
Tra la penna mia di scriba
E l’ali loro
Come codici vecchi
Portati sulle spalle sfogliati dal vento –
Forse per questo ho tanta voglia
Di legare fermamente nelle carte
Il limbo della santa parola
Sophrosyne.

Nel mio costato si rallegra
L’impugnatura della spada –
Nel mio corpo, sicuro, presente
Le tracce venture del mio sangue
E gli ossari di luce.
Lo accarezzo, lo castigo; i suoi occhi
Due furenti rubini,
Scintillano tranquilli quando mormoro
Sophrosyne.

A tavola seggo, coi Signori della luce
E cospiriamo
Per eleggere Principe Dracula
Del triplice trono
Heliand eterno
Oh! Quanto pane sara’ spezzato per noi
Quanto vino scorrera’
Per il perdono del peccato
Sofrosyne.

Polvere vespertina trafigge i cristalli –
I Signori della Luce si alzano sospirando
Al segnale dei cieli.
Muovendo senza forza
Le sue ali sfinite
Mi portano dalla tavolaVerso terre divine.
Piangi per loro
Nella chiocciola della tua cameretta
Mia perla:
Sofrosyne.

Sulla sua traccia, si edifica la terra
Di fronte alla pagina lattea
Resto a confabulare un po’ piu’ avanti
Con Sfinxul e Babele.

Trad. genseki

*

MAIMONIDE


Monaco o sentinella

Prerequisiti per il filosofo
Di genseki

Secondo Mose’ Maimonide nella sua opera luminosa: “La guida dei perplessi” le cause che impediscono di dedicarsi alla filosofia sono cinque: La prima e’ la difficolta’ e precisione della materia; La seconda e’ la comune debolezza mentale che deriva o da ostacoli determinati o da mancanza di esercitazione intellettuale Per questo i saggi sono pochi e la filosofia non e’ per tutti; La terza causa impediente e’ la lunghezza e’ la complessita’ degli studi preparatori. Poche persone sono disposte a sacrificare anche poco del proprio tempo per acquisire conoscenze anche se desidererebbero acquisirle in qualche modo con sincerita’. La filosofia e la metafisica sono il culmine di una conoscenza vasta e dettagliata che comprende la logica, la matematica e le scienze naturali. Coloro che non sono disposti a percorrere pazientemente questo cammino sono esclusi dalla ricerca filosofica; La quarta causa radica nelle disposizioni naturali. Per Maimonide e’ certo che le virtu’ morali sono la base di quelle razionali e che la perfetta razionalita’ solo appartiene all’uomo rispettoso della morale, ponderato e sereno. Alcuni individui tuttavia per ragioni temperamentali sono esclusi dalla perfezione etica e quindi dalla filosofia; Infine la quinta causa e’ la necessita’ di dedicarsi a soddisfare i bisogni corporali, la famiglia e l’affanno per il lusso e i bisogni superflui. Quindi anche un uomo che risponda ai quattro requisiti precedenti e che abbia raggiunto la perfezione morale se e’ assorbito da queste necessita’ non potra’ dedicarsi con successo alla speculazione, la sua percezione sara’ confusa e a tratti sara’ del tutto incapace di investigare.La filosofia quindi e’ riservata a una ristrettissima cerchia di individui selezionati e isolati e non puo’essere permesso l’accesso ad essa a tutte le altre categorie di persone.
Il filosofo per Maimonide e’ un uomo di intelligenza acuta, dotato di una cultura universale in tutti i campi delle conoscenze umane, rispettoso della morale, temperante e equanime, in grado di vivere senza lavorare duramente, privo di responsabilita’ sociali e famigliari e di ambizioni di onori e di ricchezza, isolato, quindi ed eletto.
Si tratta di una figura di sentinella, quindi, in qualche modo ai confini della sfera sociale. Non un monaco, poiche’ non e’ testimone di nulla e guida di pochi.
Certo Maimonide e’ ben lontano dal considerare la filosofia una disciplin.a puramente accademica o una semplice analisi del linguaggio.
La filosofia e’ una forma elevata di vita, la piu’ elevata tra tutte le forme possibili della vita umana.
*

venerdì, maggio 20, 2005

SANDOKAI


Del Maestro Sekito Kisen


I.
Lo spirito del Grande Saggio dell’India
Si è trasmesso in modo intimo e segreto
Da Occidente ad Oriente.

II.
Grande è la differenza tra i caratteri degli uomini;
Sulla Via non v’è Nord
Non v’è Sud.

III.
Limpida, pura la sorgente dello Spirito
Torbidi e fangosi scorrono i suoi rivi.

IV.
L’attaccamento ai fenomeni produce l’illusione
L’unione con l’essenza non è vero risveglio.

V.
Gli oggetti e i sensi tutti
Sono in reciproca dipendenza
E non lo sono.
Se c’è interazione c’è armonia,
o ciascuno resta sulla sua posizione.

VI.
L’essenza degli oggetti visibili varia
Da oggetto ad oggetto
Secondo qualità
Secondo forma.
La voce muta l’accento
Da gioia a sofferenza.
Profondo, oscuro
E’ questo mondo
Tessuto di elementi
In ogni direzione
Ove è luce son chiari gli oggetti,
Macchia e purezza distinte.

VII.
Come il bimbo torna alla madre
Tornano i quattro elementi
Alla natura che gli è propria.

VIII.
Scalda il fuoco, il vento varia
Umida è l’acqua, dura la terra:
Occhio e colore
Suono ed orecchio
Naso ed odore
Sapore e lingua
Ma ciò che esiste
Come le foglie
Trae l’alimento
Dalla radice.
I rami, il tronco
Son d’un’essenza
Nobile e volgo
Solo parole.

IX.
In ciò ch’è oscuro
Pure v’è luce
Ma non guardate
Quello ch’è oscuro
Sol come oscuro
In in ciò che luce
Pure è l’oscuro
Ma non guardate
Quello che luce
Sol come luce.

X
Tenebra e luce
Sono due opposti
L’una soltanto
non può sussistere
Se non v’è l’altra
Come il pié destro
Senza il sinistro
Non può avanzare.

XI.
Utile è in sé
Ogni esistente
A modo e in luogo.
Tutte le cose
Sono fenomeni:
Si corrispondono
Perfettamente.

XII.
Cozzano punte
Di frecce, lance.
Queste parole
Sono una fonte
Cercate il senso
Non vi adagiate
Nell’opinione.

XIII.
Se non comprendete la Via
Anche percorrendola
Non l’otterete.

XIV.
Prossimità, lontananza
Non hanno senso
Nella pratica
Un solo dubbio
E sorgono montagne
Mari profondi
Formano ostacolo.

XV.
O Voi, che cercate la Via
Vi prego
Non passino invano
I vostri dì
E le notti.

***
Trad. genseki

giovedì, maggio 19, 2005

Verità



"Le verità superficiali sono quelle la cui negazione è contradditoria, le verità profonde quelle la cui negazione è ancora una verità".
Niels Bohr

***

Como 29\10\2002

Los pajaros queman el viento.
Alejandra Pizarnik



Nel voloGli uccelli incendiano il vento
Un velo di cenere
Teso sul cuore
Bandiera d’Autunno dolente
Nel volo s’incendia
Il vento d’uccelli
In scaglie di piume
Pulsanti.

***

I
Sulla sponda di questo lago
Nell’acqua gonfia
Densa d’amore
Sulla sponda di questo lago
Giace il mio cuore
Affogato.

***

II
Così a lungo l’avevo sognato
Ma l’acqua tersa
Non s’era aperta
A rinascermi non m’aveva
Cullato
Tra steli giaceva
Il mio corpo
Ingannato.

***

III
Se in trasparenza
M’avesse cullato
Sarebbe stato come una pelle
Acqua o respiro
Colline nere
Umido fiato
Ora galleggia sul flutto
Marcio
Tra fiele e spruzzi
E più non sente
L’onda che mente
Cuore annegato.

***

IV
Dentro me stesso
Vorrei morire
Fino a trafiggermi
Con il mio niente
Senza pensiero
Come annegato
Nel flutto chiaro
Che tutto stinge.

***

V
Sarebbe un gorgogliare
Simile ad un singhiozzo
D’un vortice
D’acqua verde
Lungo bianche montagne
Che scorgi capovolte
Bloccate in negativo
Nell’abisso stagliate
Ove non sono alghe
Né pensieri
Né io, se non come
Un glu glu glu
Fresco brivido d’ora
Sulla pelle del lago.

***

VI
Un tempo ci furono i volti
Che avevano occhi e cenni
Ora nemmeno maschere
Non orbite vuote,
Ricordi piuttosto
Che prendono forma d’icone:
Frammenti che furono volti.

***

VII
Da quale collana
Di stelle caduta
La perla del lago
Nel ventre dei monti?
S’addensa il ricordo
In liquide anse
Ricurvo da scuri versanti