Cesar Vallejo
Quegli che mai patí sciamanica follía
Malato di radici volto immenso
Scettro di usignolo rictus itterico
Con la tua memoria in spalla percorro vasto lato
Di grido miserere re
creaturale che non
Ebbe altro trono che il suo
trillo triste
Testa di scoglio anima di pani
Fratello bello occhi di
miniera
Mio solo cristo mio gemello
lupo
Sosia della tua gola rasata
non mi scordo
Il tuo volto naturalista di
tremenda stranezza
Come una cattedraele di osso
naturale.
*
Viaggiomi in donna e non
giungo mai
Odore d'avventura treno senza
binario
Il piede stanco troncata la
testa
Non giungo mai eppure non mi
arresto
In donna bevo e mai non son
ebbro
Sapore tossico di un liquore
di stelle
Ieri ne bevvi ed oggi ancor di
piú
Il gotto trinco eppur non ho
bottiglia
Son nudo e vo vestito con il
vecchio maggiore
Che non v'è saggio piú folle
in nuditá
E dipinta di blu sa la mia
schiena
Sa sostenere l'angelo nano
Che porto in qualche posto e
con la mano
L'anima mia che in nessun
posto ha loco.
*
Trad. genseki
giovedì, gennaio 23, 2014
Carlos Edmundo de Ory
Inverno
Solo si ode la pioggia
Come bacia
Con le sue bocche assetate
Gli occhi della terra
Solo si ode la pioggia
Come strano lamento
Silenzio sei zuppo
*
Hypocrite lecteur
Apri fratello la porta di questo libro
Il coperchio blu di questo baule
Che sta vicino alla tua mano morfiname.
Sospira con educazione
Togliti la mano dall'orecchio
Leggi piano piano questa valanga di favole
Quello che hai aperto è un baule di incantesimi.
Respira nella pozza della mia musica
I violini polverizzati
Piangi con me che recito dolore
Le miecatene le vene le antenne
I fazzoletti stirati sotto i piedi
E saprai perché sono il poeta disoccupato
Abbandonato alla frontiera con un clistere.
*
In un caffé
Ecco sono di nuovo triste
Sono triste piú triste di un calamaio
Non sono triste oppure non conosco
Per quale maledizione non voglio
Ecco sono di nuovo triste nelle strade della mia razza
E non so perché
Piú triste di una lanterna
Piú triste di una tazza
Sonoo seduto adesso in un caffé
E pulsa mi pulsa l'anima
Di sete ignota
O di cioccolata
Non voglio questa tristezza midollare
Che colpise a tradimento alla sera
Prendi una birrae smetti di pensare
Com'è scuro il cervello quando brucia.
*
Descrizione della mia sposa
È lei il mio scarabeo sacro
La mia cripta di ametista
La mia cittá lacustre
La mia colomba di silenzio
Il mio muro di gelsomini
La mia aragosta dorata
Lei è il mio chiosco musicale
Lei il mio letto di malachite
È la mia medusa dorata
La mia chiocciola di seta
La mia stanza di rannuncoli
La mia Anadiomene marina
La mia Ageronia Atlantis
La mia porta di oricalco
La mia portantina di foglie
Il mio dolce di susine
Il mio pentagramma di sangue
Il mio oracolo di baci
La mia stella boreale.
*
Eros tremendum
Nella notte del sesso cerco luce
E solo trovo maggiore oscuritá
Sacro il mio corpo sacrifica l'etá
Intemporale sul tuo croce a croce.
Salgo scendo equilibro la cervice
Cado sul muro della cittá atroce
Aperta dove il fine sta nel mezzo
Nelle tenebre entrando di un obló.
La mia schiena capppotto copre il cibo
Le braccia mie le gambe sono pari
Ai tuoi con la forma di scorpione.
Il mio contatto lascia le due mele
E dorme come coppa sul vassoio
Del ventre tuo il mio cuore gigante.
*
Scrivere con una spada
Accarezzare senza avere mani.
Trovar pezzi di luna nelle tasche
Comprarsi una spiaggia con le grida.
Andare all'inferno in visita a un amico.
Spedire una mano a colei che si ama.
*
Odor d'amore
È diverso il tuo odore
Amara è una forma di odore. Il copo impone
La propria presenza di aroma che solleva
La selva, il bosco
Che noi siamo.
Non ti vedo.
Non riesco a toccarti. Giungono fiori
Rari, disfatti, invisibili.
Certezza di te nel mezzo della notte.
Roseto selvatico è il tuo odore, Una
Colomba, e il suo volo percorre
Fino a me l'aria. Una
Chioma profonda, sparsa sul bordo
Della mia memoria.
Il tuo aroma imbrogliato
Nasconde tra le mie dita qualche cosa di tuo.
Vieni a me ogni giorno divenuta
Gomitolo d'odore di gigli e di aloe.
Filtri esistenze. Ti dichiari
Realtá amorossa che risponde
Alla mia ricerca. Chiamata
Che trova in me la risposta.
Tratto esalato, orma
Riconoscibile, torre evanescente
Di profumata veritá
Di donna accanto a un uomo. Giungi
Fragrante. Giungo. Ci accoglie
L'onda che odora a vita innamorata,
a garofani che in due bocche si rompono.
*
Solveig
I
Mia figlia è una foglia di neve
Dalla testa ai piedi
In Delfo mi disse la Pitia
Che avrei avuto un bebé biondo
E non un cucciolo come parto oscuro
Perché non sono cane né elefante
Sono animale con ali e con sogno
Animale che attende il domani
E lava il mondo con la luna
Che mi cadde in mano
Il pavimento di casa mia è pulito
Come i capelli di mia moglie
Con lei sono salito sulla torre
Per le scale della luna
E ti demmo nome
Nascere è il principio della fine
Ti dmmo un nome.
II
Avola dei petali
Compie un anno di vento
Parla canta e si diverte
E ci altalena l'anima
Cherubino di schiatta sei
Vita di giorno e di notte
Ogni battito delle tue pupille
È come un pesce che crese
Chi sono io perché prestino
Gli angeli le loro bambole
Voglio metterti piombo nei piedi
Quando ritorni al paese mio
Perché non ti sscuota senza la mia ira
L'uragano del mondo
III
È uno stelo la mia bambina
Fiore di superamento
È lievito la mia bambina
È rosso d'uovo
E soprattutto fiamma o fuoco del cielo
Non temere padre cantore
Lei è lei è ciò che è
Angelo continuo e di radice
Carne nuda di vento leggero
Dolce cotone visibile e muscolare
Piramide di molecaola
Che a forza interviene e si colloca
Dalle braccia della madre
Il mondo cane cane che latra catastrofi
Cieco sulle scogliere
Zoppo sugli scogli
La coda tra le gambe
IV
Non temere Solveig passa
La penna della sua mano per il tremito paterno
Peso di lacrime e risa
Riempi il sacco della nostra vita
Già trotta e imprime orme la terra
E ci chiama con il fagotto di sillabe
La sua mimica ben vale la vita
La vita vale la sua musica
E le sue grida da gran opéra
Scuotono gli alberi del silenzio
V
Odo la usa voce senza nido nella laringe armonica
E tua madre va in cucina
Per inventare torte
Che Dio firmi la pace sulle nostre teste
E tu che sei solo un lampo
Un lampo nelle mie braccia
Erba umana crescita nell'alba dorata
E viceversa alba dorata
Cresciuta nell'erba umana
Mi hai restituito al regno invincibile
Di innocenza e di bontá
VI
Lei è la pelle della mia anima
Come sua madre è la carne
Lei è tutta mia e lei è la metá
L'altra metá è è cosa mia
Allora devi vivere
Stella dai capelli d'oro
Rosellina dell'universo
Luce di tutte le mie litanie
Di tutte le mie metafore
*
Trad. genseki
Solo si ode la pioggia
Come bacia
Con le sue bocche assetate
Gli occhi della terra
Solo si ode la pioggia
Come strano lamento
Silenzio sei zuppo
*
Hypocrite lecteur
Apri fratello la porta di questo libro
Il coperchio blu di questo baule
Che sta vicino alla tua mano morfiname.
Sospira con educazione
Togliti la mano dall'orecchio
Leggi piano piano questa valanga di favole
Quello che hai aperto è un baule di incantesimi.
Respira nella pozza della mia musica
I violini polverizzati
Piangi con me che recito dolore
Le miecatene le vene le antenne
I fazzoletti stirati sotto i piedi
E saprai perché sono il poeta disoccupato
Abbandonato alla frontiera con un clistere.
*
In un caffé
Ecco sono di nuovo triste
Sono triste piú triste di un calamaio
Non sono triste oppure non conosco
Per quale maledizione non voglio
Ecco sono di nuovo triste nelle strade della mia razza
E non so perché
Piú triste di una lanterna
Piú triste di una tazza
Sonoo seduto adesso in un caffé
E pulsa mi pulsa l'anima
Di sete ignota
O di cioccolata
Non voglio questa tristezza midollare
Che colpise a tradimento alla sera
Prendi una birrae smetti di pensare
Com'è scuro il cervello quando brucia.
*
Descrizione della mia sposa
È lei il mio scarabeo sacro
La mia cripta di ametista
La mia cittá lacustre
La mia colomba di silenzio
Il mio muro di gelsomini
La mia aragosta dorata
Lei è il mio chiosco musicale
Lei il mio letto di malachite
È la mia medusa dorata
La mia chiocciola di seta
La mia stanza di rannuncoli
La mia Anadiomene marina
La mia Ageronia Atlantis
La mia porta di oricalco
La mia portantina di foglie
Il mio dolce di susine
Il mio pentagramma di sangue
Il mio oracolo di baci
La mia stella boreale.
*
Eros tremendum
Nella notte del sesso cerco luce
E solo trovo maggiore oscuritá
Sacro il mio corpo sacrifica l'etá
Intemporale sul tuo croce a croce.
Salgo scendo equilibro la cervice
Cado sul muro della cittá atroce
Aperta dove il fine sta nel mezzo
Nelle tenebre entrando di un obló.
La mia schiena capppotto copre il cibo
Le braccia mie le gambe sono pari
Ai tuoi con la forma di scorpione.
Il mio contatto lascia le due mele
E dorme come coppa sul vassoio
Del ventre tuo il mio cuore gigante.
*
Scrivere con una spada
Accarezzare senza avere mani.
Trovar pezzi di luna nelle tasche
Comprarsi una spiaggia con le grida.
Andare all'inferno in visita a un amico.
Spedire una mano a colei che si ama.
*
Odor d'amore
È diverso il tuo odore
Amara è una forma di odore. Il copo impone
La propria presenza di aroma che solleva
La selva, il bosco
Che noi siamo.
Non ti vedo.
Non riesco a toccarti. Giungono fiori
Rari, disfatti, invisibili.
Certezza di te nel mezzo della notte.
Roseto selvatico è il tuo odore, Una
Colomba, e il suo volo percorre
Fino a me l'aria. Una
Chioma profonda, sparsa sul bordo
Della mia memoria.
Il tuo aroma imbrogliato
Nasconde tra le mie dita qualche cosa di tuo.
Vieni a me ogni giorno divenuta
Gomitolo d'odore di gigli e di aloe.
Filtri esistenze. Ti dichiari
Realtá amorossa che risponde
Alla mia ricerca. Chiamata
Che trova in me la risposta.
Tratto esalato, orma
Riconoscibile, torre evanescente
Di profumata veritá
Di donna accanto a un uomo. Giungi
Fragrante. Giungo. Ci accoglie
L'onda che odora a vita innamorata,
a garofani che in due bocche si rompono.
*
Solveig
I
Mia figlia è una foglia di neve
Dalla testa ai piedi
In Delfo mi disse la Pitia
Che avrei avuto un bebé biondo
E non un cucciolo come parto oscuro
Perché non sono cane né elefante
Sono animale con ali e con sogno
Animale che attende il domani
E lava il mondo con la luna
Che mi cadde in mano
Il pavimento di casa mia è pulito
Come i capelli di mia moglie
Con lei sono salito sulla torre
Per le scale della luna
E ti demmo nome
Nascere è il principio della fine
Ti dmmo un nome.
II
Avola dei petali
Compie un anno di vento
Parla canta e si diverte
E ci altalena l'anima
Cherubino di schiatta sei
Vita di giorno e di notte
Ogni battito delle tue pupille
È come un pesce che crese
Chi sono io perché prestino
Gli angeli le loro bambole
Voglio metterti piombo nei piedi
Quando ritorni al paese mio
Perché non ti sscuota senza la mia ira
L'uragano del mondo
III
È uno stelo la mia bambina
Fiore di superamento
È lievito la mia bambina
È rosso d'uovo
E soprattutto fiamma o fuoco del cielo
Non temere padre cantore
Lei è lei è ciò che è
Angelo continuo e di radice
Carne nuda di vento leggero
Dolce cotone visibile e muscolare
Piramide di molecaola
Che a forza interviene e si colloca
Dalle braccia della madre
- Mia sposa piena di cuchiai puliti -
Il mondo cane cane che latra catastrofi
Cieco sulle scogliere
Zoppo sugli scogli
La coda tra le gambe
IV
Non temere Solveig passa
La penna della sua mano per il tremito paterno
Peso di lacrime e risa
Riempi il sacco della nostra vita
Già trotta e imprime orme la terra
E ci chiama con il fagotto di sillabe
La sua mimica ben vale la vita
La vita vale la sua musica
E le sue grida da gran opéra
Scuotono gli alberi del silenzio
V
Odo la usa voce senza nido nella laringe armonica
E tua madre va in cucina
Per inventare torte
Che Dio firmi la pace sulle nostre teste
E tu che sei solo un lampo
Un lampo nelle mie braccia
Erba umana crescita nell'alba dorata
E viceversa alba dorata
Cresciuta nell'erba umana
Mi hai restituito al regno invincibile
Di innocenza e di bontá
VI
Lei è la pelle della mia anima
Come sua madre è la carne
Lei è tutta mia e lei è la metá
L'altra metá è è cosa mia
Allora devi vivere
Stella dai capelli d'oro
Rosellina dell'universo
Luce di tutte le mie litanie
Di tutte le mie metafore
*
Trad. genseki
mercoledì, gennaio 22, 2014
Il nemico
“Il pericolo sovrasta tanto il patrimonio della
tradizione quanto coloro che lo ricevono. Esso è lo stesso per
entrambi: di ridursi a strumento della classe dominante. In ogni
epoca bisogna cercare di strappare la tradizione al conformismo che è
in procinto di sopraffarla. Il Messia non viene solo come redentore,
ma come vincitore dell’Anticristo. Solo quello storico ha il dono
di accendere nel passato la favilla della speranza, che è penetrato
dall’idea che anche i morti non saranno al sicuro dal nemico, se
egli vince. E questo nemico non ha smesso di vincere.”
(Walter Benjamin, Tesi di filosofia della storia, da Angelus Novus)
martedì, gennaio 21, 2014
Article XV of the Virginia Declaration of Rights
That no free government, or the blessings of liberty, can be
preserved to any people but by a firm adherence to justice, moderation,
temperance, frugality, and virtue, and by frequent recurrence to
fundamental principles.
–Article XV of the Virginia Declaration of Rights
venerdì, gennaio 17, 2014
Raccogliersi attorno al focolare per godere delle cose
Come professori conservatori dobbiamo stare al fianco dei filosofi e dei teologi e chiederci. "a che scopo?". Kirk ci invita a guardare piú in profonditá che i politici, ad avere una visione piú a lungo termine, a distinguere piú chiaramente e a illuminare le circostanze con una conoscenza piú profonda.
Come redimere questo tempo? ... "Illuminando l'angolo di mondo in cui ci troviamo" migliorando noi stessi, aiutando i nostri vicini, amando le nostre famiglie e esercitando la libertá che abbiamo ricevuto dai padri fondatori, con responsabilitá e con gioia.
"Libertá è ció che ci riunisce attorno al focolare, nelle associazioni locali, che fa amare all'uomo il luogo in cui dimora. È una protezione che gli permette di godere delle cose, non una forza o un potere che lo abilita a fare le cose" scrisse Weaver. E , infine, riflettere e difendere sempre ció che permane, ció che è perenne
Glenn Davis
giovedì, gennaio 16, 2014
martedì, gennaio 07, 2014
Totó
Io so a memoria la miseria, e la miseria è il copione della vera
comicità. Non si può far ridere, se non si conoscono bene il dolore, la
fame, il freddo, l'amore senza speranza.... e la vergogna dei pantaloni
sfondati, il desiderio di un caffelatte, la prepotenza esosa degli
impresari... Insomma non si può essere un vero attore comico senza aver
fatto la guerra con la vita...."
Antonio de Curtis (Totò)
Antonio de Curtis (Totò)
mercoledì, dicembre 25, 2013
Feliz Navidad 2014
A Christmas Carol Poem
G. B. Chesterton
The Christ-child lay on Mary’s lap,
His hair was like a light.
(O weary, weary were the world,
But here is all aright.)
The Christ-child lay on Mary’s breast
His hair was like a star.
(O stern and cunning are the kings,
But here the true hearts are.)
The Christ-child lay on Mary’s heart,
His hair was like a fire.
(O weary, weary is the world,
But here the world’s desire.)
The Christ-child stood on Mary’s knee,
His hair was like a crown,
And all the flowers looked up at Him,
And all the stars looked down.
G. B. Chesterton
lunedì, dicembre 16, 2013
We die with the dying:
We die with the dying:
See, they depart, and we go with them.
We are born with the dead:
See, they return, and bring us with them.
The moment of the rose and the moment of the yew-tree
Are of equal duration. A people without history
Is not redeemed from time, for history is a pattern
Of timeless moments.
Eliot
See, they depart, and we go with them.
We are born with the dead:
See, they return, and bring us with them.
The moment of the rose and the moment of the yew-tree
Are of equal duration. A people without history
Is not redeemed from time, for history is a pattern
Of timeless moments.
Eliot
La finestra antica
Quale altro canto
Avrei potuto cantare?
Davanti alla finestra antica
Con le mani infreddolite
Cercando di immaginare
L'odore sottile
Tra il profumo delle rose
Della morbida cera
Dell'incipiente putrefazione
Del mio cadavere.
genseki
Avrei potuto cantare?
Davanti alla finestra antica
Con le mani infreddolite
Cercando di immaginare
L'odore sottile
Tra il profumo delle rose
Della morbida cera
Dell'incipiente putrefazione
Del mio cadavere.
genseki
Troppo sapere
Troppo sapere è vano dolore
Secchi, secchi pendono i frutti
Per intrecciare nuovi rosari
Non c`è bisogno di vele, di mare
Soltanto la linea del cielo
Appena sopra le lattughe.
genseki
Secchi, secchi pendono i frutti
Per intrecciare nuovi rosari
Non c`è bisogno di vele, di mare
Soltanto la linea del cielo
Appena sopra le lattughe.
genseki
martedì, dicembre 03, 2013
José Bergamín
Olmi, castagni, platani
E un'altissima acacia,
Dan ombra fresca al sito
Dove solevi stare.
Da cui traesti teco
Con il tuo sguardo puro
Tutto quel che sentivi,
Tutto quel che sognavi
Castagni, olmi, platani
E un'altissima acacia
Che l'anima ha smarrito.
Trad. genseki
lunedì, novembre 25, 2013
José Bergamín
Non han peso le mie ossa
(E solo mi restan le ossa)
Alla mia morte saró
Come un passerotto morto.
Mangime per le formiche
Se mi abbandonate al suolo
Un'orma nel vostro ricordo
Saró eco, nome, ombra.
Trad. genseki
(E solo mi restan le ossa)
Alla mia morte saró
Come un passerotto morto.
Mangime per le formiche
Se mi abbandonate al suolo
Un'orma nel vostro ricordo
Saró eco, nome, ombra.
Trad. genseki
mercoledì, novembre 13, 2013
I gerani
I gerani si erano smarriti
Tra tutti quei lampi;
Quando il cielo intero
Crolló sul bosco
Germinarono lacrime dal muschio
Come limpide gocce di abbandono
Tra le prime foglioline dell'autunno.
*
I germi fiorirono come ricami
Ogni sorriso sarebbe stato un crimine
Tra le lacrime del ricino
L'asma delle tamerici
La luce consumata del sole.
*
genseki
Tra tutti quei lampi;
Quando il cielo intero
Crolló sul bosco
Germinarono lacrime dal muschio
Come limpide gocce di abbandono
Tra le prime foglioline dell'autunno.
*
I germi fiorirono come ricami
Ogni sorriso sarebbe stato un crimine
Tra le lacrime del ricino
L'asma delle tamerici
La luce consumata del sole.
*
genseki
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