mercoledì, maggio 08, 2013
Maritain sul matrimonio
La
verità è questa, secondo me: anzitutto l’amore come desiderio o
passione, e l’amore romantico — o quanto meno un elemento di
esso — dovrebbero, per quanto possibile, essere presenti nel
matrimonio come un primo incentivo, come punto d’avvio.… In
secondo luogo, il matrimonio, lungi dall’avere come suo scopo
precipuo quello di portare al compimento perfetto l’amore
romantico, ha da compiere nei cuori umani ben altra opera:
un’infinitamente più profonda e più misteriosa operazione di
alchimia: voglio dire che ha da trasformare l’amore romantico, o
quanto di esso esisteva all’inizio, in un vero e proprio amore
umano, reale ed indistruttibile, in un amore veramente
disinteressato, che non esclude il sesso, si capisce, ma che diviene
sempre più indipendente dal sesso, e può persino essere, nelle sue
forme più elevate, completamente libero dal desiderio e
dall'interferenza sessuale, in quanto di natura essenzialmente
spirituale: una completa ed irrevocabile donazione dell’uno
all'altro, per amore dell’altro. Così è che il matrimonio può
essere un’autentica comunità d’amore tra uomo e donna: qualcosa
di costruito non sulla sabbia, ma sulla roccia, perché poggia su di
un amore genuinamente umano, non animale, e genuinamente spirituale,
genuinamente personale: attraverso l’ardua disciplina
dell’autosacrificio ed a forza di rinunce e purificazioni.… E
allora ciascuno può diventare una specie di Angelo custode
dell’altro: preparato e pronto, proprio come un Angelo custode
deve essere, a molto perdonare all’altro: infatti la legge
evangelica del reciproco perdono bene esprime, mi pare, un’esigenza
fondamentale, che è valida non soltanto nell’ordine
soprannaturale, ma anche nell’ordine terreno e temporale, e per le
società umane di base, quali la società domestica e la società
politica. Ciascuno, in altre parole, può allora rendersi realmente
dedito al bene e alla salvezza dell’altro.
J. MARITAIN,
Reflections on America, Charles Scribner’s Sons, New York 1958, tr. it.
Riflessioni sull’America, Morcelliana, Brescia 1960, pp. 109-110
Dal blog: http://nipotidimaritain.blogspot.it/
martedì, maggio 07, 2013
Libertà e legge naturale
La cultura contemporanea afferma una libertà assoluta, mediante la quale l'uomo deve realizzare sé stesso. Non esiste, quindi, una natura umana che definisca il bene e il male. Questa visione si oppone non solo alla tradizione della Chiesa, ma anche a tutte le concezioni che considerano che nella nostra natura si trova iscritta una linea determinata di comportamento, il senso stesso del nostro essere. La Chiesa parla di diritto naturale, di morale naturale. Al contrario se siamo solo prodotti dell'evoluzione, siamo liberi da autodefinirci. Esiste allora, come diceva Sartre, una libertà nel senso che "io non sono definito": nella mia situazione, devo inventare quello che è l'uomo. Nella visione cristiana, al contrario, l'esistenza dell'uomo - dell'uomo e della donna - è portatrice di un'idea di Creatore, un Creatore che ha un progetto per il mondo, che esprime idee incarnate nella realtà del mondo.
La relazione di fedeltà tra l'uomo e la donna rivela che sono fatti uno per l'altro, in una unità profonda di corpo e di spirito, alla quale sono legate le generazioni future. L'elevazione di reazioni fisiche al livello di realtà vissute nel rispetto della persona è il cammino difficile, ma grande e bello, della morale cristiana relativa alla sessualità.
Ratzinger
Intervista a Le Figaro magazine
Vita e pensiero
In realtà esiste una parentela molto grande tra vita e pensiero: nell'organismo vivente, tutta la materia vivente coopera alla vita; non si tratta soltanto delle strutture più appariscenti, più nette, che nel corpo dirigono la vita: il sangue, la linfa, i tessuti congiuntivi prendono parte alla vita; un individuo non è soltanto una collezione di organi uniti in sistemo; è fatto anche da ciò che non è organo, né struttura della materia vivente in quanto costituente un ambiente associato per gli organi; la materia vivente è lo sfondo degli organi; è quella che li collega gli uni con gli altri e fa di essi un organismo; è essa che mantiene gli equilibri fondamentali, termici, chimici, su cui gli organi provocano variazioni brusche ma limitate; gli organi partecipano al corpo. Questa materia vivente è lungi dall'essere pura indeterminazione e pura passività, Non è neppure pura aspirazione cieca: è veicolo di energia informata. ...
Senza sfondo del pensiero non ci sarebbe un essere pensante, ma una serie slegata di rappresentazioni discontinue. Questo sfondo è l'ambiente mentale associato alle forme. È il termine medio tra la vita e il pensiero cosciente, come l'ambiente associato all'oggetto tecnico è un termine medio tra il mondo naturale e le strutture fabbricate dell'oggetto tecnico. Possiamo creare esseri tecnici perché abbiamo in noi un gioco di relazioni e un rapporto materia forma che è molto analogo a quello che istituiamo nell'oggetto tecnico.
Gilbert Simondon
"Du mde d'exixtence des objets techniques"
Trad, genseki
domenica, aprile 28, 2013
Tradizione
Concludendo e
riassumendo, possiamo dunque dire che la Tradizione non è trasmissione
di cose o di parole, una collezione di cose morte. La Tradizione è il
fiume vivo che ci collega alle origini, il fiume vivo nel quale sempre
le origini sono presenti. Il grande fiume che ci conduce al porto
dell’eternità.
Ratzinger
sabato, aprile 27, 2013
Arte e appaenza
L'arte, si dice, è il regno dell'immaginazione libera. Le produzioni ne sono dunque arbitrarie e fortuite, È vero che l'arte consiste nell'apparenza; tuttavia tutto ciò che è deve anche apparire. La verità e l'essenza non ci sarebbero se non apparissero; e, se l'arte è un'illusione, il mondo esterno e quello interno (le cose particolari, i nostri interessi, le nostre inclinazioni individuali; insomma la vita di tutti i giorni), lo sono ancora di più. In relazione al pensiero, non vi è dubbio che l'arte sia apparenza. È inferiore al pensiero per l'espressione; tuttavia lascia intravedere il pensiero, l'idea; e non il mondo sensibile tale quale è, immediatamente nascosto al pensiero. L'arte, del resto, non si distingue che per il modo del suo apparire.
Hegel
Estetica
Libro I
Trad. genseki
venerdì, aprile 26, 2013
mercoledì, aprile 24, 2013
Omaggio ai "diritti dell'uomo"
"Les
droits de l'homme ne nous feront pas bénir le capitalisme. Et il faut
beaucoup d'innocence, ou de rouerie, à une philosophie de la
communication qui prétend restaurer la société des amis ou même des
sages en formant une opinion universelle comme "consensus" capable de
moraliser les nations, les Etats et le marché. Les droits de l'homme ne
disent rien sur les modes d'existence de l'homme pourvu de droits. Et la
honte d'être un homme, nous ne l'éprouvons pas seulement dans les
situations extrêmes décrites par Primo Levi, mais dans des conditions
insignifiantes, devant la bassesse et la vulgarité d'existence qui
hantent les démocraties, devant la propagation de ces modes d'existence
et de pensée-pour-le-marché, devant les valeurs, les idéaux et les
opinions de notre époque. L'ignominie des possibilités de vie qui nous
sont offertes apparaît du dedans. Nous ne nous sentons pas hors de notre
époque, au contraire nous cessons de passer avec elle des compromis
honteux. Ce sentiment de honte est un des plus puissant motif de la
philosophie.Nous ne sommes pas responsables des victimes, mais devant
les victimes. Et il n'y a pas d'autre moyen que de faire l'animal
(grogner, fouir, ricaner, se convulser) pour échapper à l'ignoble : la
pensée même est parfois plus proche d'un animal qui meurt que d'un homme
vivant, même démocrate."
Gilles Deleuze et Félix Guattari
Da: "Qu'est-ce que la philosophie"
I diritti dell'uomo non ci spingeranno a benedire il capitalismo. Ci vuole una buona dose di innocenza, o di cialtroneria, in una filosofia della comunicazione che pretende di rifondare una società di amici, o almeno di saggi attraverso la formazione di un'opinione universale come "consensus" capace di moralizzare le nazioni, gli stati, il mercato. I diritti dell'uomo non dicono nulla sui modi di esistenza dell'uomo dotato di diritti- La vergogna di essere uomo no la proviamo soltanto nelle situazioni estreme descritte da Primo Levi, ma nelle condizioni insignificanti, davanti alla bassezza e alla volgarità dell'esistenza che infestano le democrazie, davant alla propaganda di quei modi di esistere e di pensare secondo-il-mercato, davanti ai valori, gli ideali e le opinioni della nostra epoca; L'ignominia delle possibilità di vita che ci sono offerte appare dall'interno. Non ci sentiamo fuori dalla nostra epoca, al contrario non cessiamo di comprometterci vergognosamente con essa. Questo sentimento di vergogna è uno dei più potenti motivi per la filosofia. Non siamo responsabili delle vittime ma davanti alle vittime. E il solo modo di sfuggure all'ignobile è fare l'animale (grugnire, fiutare, ridacchiare, cadere in convulsioni): anche il pensiero, spesso è più simile a un animale che muore che a un uomo che vive, perfino un democratico
Trad. genseki
Fedeltá
La relazione di fedeltà tra l'uomo e la donna rivela che sono fatti uno per l'altro, in una unità profonda di corpo e di spirito, alla quale sono legate le generazioni future. L'elevazione di reazioni fisiche al livello di realtà vissute nel rispetto della persona è il cammino difficile, ma grande e bello, della morale cristiana relativa alla sessualità.
Intervista a Le Figaro magazine.
Trad. genseki
Gilbert Simondon
Il desiderio di potenza consacra la macchina come mezzo di supremazia, e fa di essa il filtro, a pozione moderna. L'uomo che vuole dominare i suoi simili suscita la macchina androide. Ecco che abdica davanti ad essa e delega ad esse la sua umanità. Cerca di costruire la macchina per pensare, mentre sogna di costruire la macchina da volere, a macchina da vivere per porsi dietro ad essa senza angoscia, libero da ogni rischio, esente da ogni sentimento di debolezza e trionfando attraverso la mediazione di ciò che ha inventato
*
Ciò che risiede nelle macchine, è realtà umana gesto umano fissato e cristalizzato in strutture che funzionano.
*
Per restituire alla cultura il carattere veramente generale ch'essa ha perduto, bisogna reintrodurre in essa la coscienza della natura delle macchine, delle loro relazioni reciproche e delle loro relazioni con l'uomo e dei valori implicati in tali relazioni.
*
Le funzioni di direzione sono false perché non esiste più tra la realtà governata e gli esseri che la governano un codice adeguato di relazioni: la realtà governata è composta di uomini e macchine...
*
L'unità dell'oggetto tecnico, la sua individualità, la sua specificità, sono i caratteri di consisenza e di convergenza della sua genesi. La genesi dell'oggetto tecnico fa parte del suo essere.
L'oggetto tecnico è ciò che non è anteriore al suo divenire, ma presente a ogni tappa di questo divenire; l'oggetto tecnico uno è unità di divenire.
L'essere tecnico evolve per convergenza e per adattamento a sè; si unifica interiormente secondo un principio di risonanza interna.
*
L'oggetto tecnico esiste come tipo specifico ottenuto al termine di una serie cnvergente. Questa serie va dall'astratto al concreto: tende verso uno stato che faccia dell'essere tecnico un sistema interamente coerente con sè stesso, interamente unificato.
*
L'unità dell'oggetto tecnico, la sua individualità, la sua specificità, sono i caratteri di consisenza e di convergenza della sua genesi. La genesi dell'oggetto tecnico fa parte del suo essere.
L'oggetto tecnico è ciò che non è anteriore al suo divenire, ma presente a ogni tappa di questo divenire; l'oggetto tecnico uno è unità di divenire.
L'essere tecnico evolve per convergenza e per adattamento a sè; si unifica interiormente secondo un principio di risonanza interna.
*
L'oggetto tecnico esiste come tipo specifico ottenuto al termine di una serie cnvergente. Questa serie va dall'astratto al concreto: tende verso uno stato che faccia dell'essere tecnico un sistema interamente coerente con sè stesso, interamente unificato.
Du mode d'existence des objets techniques
Trad. genseki
martedì, aprile 23, 2013
Fabrice Hadjadj
A proposito del matrimonio omosessuale
dalla rivista: Tempi
Ecco perché non siamo «omofobi». Siamo meravigliati dai gays veramente
gai, dai «folli» senza gabbia, dai saggi dell’inversione. L’amore della
differenza sessuale, così fondamentale, con quello della differenza
generazionale (genitori/figli), ci insegna ad accogliere tutte le
differenze secondarie. Se io, uomo, amo le donne, così estranee al mio
sesso, come potrei non avere simpatia, se non amicizia, per gli
omosessuali, che mi sono, in definitiva, molto meno estranei?
D’altra parte ce ne sono sempre stati, che non avevano paura di
affermare la loro differenza, di assumere una certa eccentricità, un
lavoro ai margini. Allo stesso modo, noi crediamo che ciò che è
veramente «omofobo» è lo pseudo-«matrimonio gay». Siamo di fronte a un
tentativo di imborghesimento, di normalizzazione dell’omofilia, di
annientamento della sua scortesia sotto il codice civile. Che bel dono
questo «matrimonio» che non è altro che un arrangiamento patrimoniale o
un divorzio rinviato! Purché gli omosessuali rientrino nei ranghi, e che
siano sterilizzati soprattutto nella fecondità che è loro propria.
Perché, chi ignora la loro fecondità artistica, politicae, letteraria,
nella compassione? Gli antichi Greci la intendevano così: liberi dai
doveri familiari, potevano consacrarsi maggiormente al servizio della
Polis. Sapevano che i loro amori avevano qualcosa di contro-natura, ma
non per questo disprezzavano la natura (di là, molto spesso, l’amore per
la loro madre – vedi Proust o Barthes), e vi trovavano risorse per
l’arte.
dalla rivista: Tempi
Gilert Simondon
Il concetto di oggetto e il concetto di soggetto, proprio in virtú della loro origine, sono i limiti che il pensiero filosofico deve oltrepassare.
Trad genseki
lunedì, aprile 15, 2013
sabato, aprile 13, 2013
Mohyddin ibn Arabi
L'universo è un immenso libro; tutti i caratteri di questo libro sono archetipicamente scritti con lo stesso inchiostro, e trascritti dalla penna divina sulla tavola eterna. Tussi sono scritti simultaneamente e sono indivisibili; è per questo che ai fenomeni essenziali divini, nascosti nel "segreto dei segreti" fu dato il nome di "lettere trascendenti".
Queste lettere trascendenti - ovverossia, tutte le creature - dopo essere state condensate simbolicamente nell'onniscienza divina, sono, in grazia del soffio divino, discese nelle righe inferiori e hanno compiuto e formato l'Universo manifestato.
**
venerdì, aprile 12, 2013
Pasolini:
ad un certo punto l'uomo non sarà più in grado di capire sé stesso. Avrà una tale falsa idea di sé, che non sarà più in grado di capirsi.
ad un certo punto l'uomo non sarà più in grado di capire sé stesso. Avrà una tale falsa idea di sé, che non sarà più in grado di capirsi.
Da
quello che posso presupporre come uno che si interessa un po' di
psicologia vedo davanti a me un tipo di società in cui sarà
difficile fare un discorso religioso, cioè autentico, perché o
sarà incapace di avvertire un discorso religioso perché
occupato soltanto dalla soteriologia terrena perché semplicemente
non ci sarà più teismo ma neppure antiteismo. E' logico che la
società si configuri così... Oppure può darsi che le forme
religiose future, che stanno crescendo come dice Paolo VI, siano però
del tipo alienante che si diceva».
Dal blog: Nipoti di Maritain
Juan Ramón Jimenez
Attorno alla chioma
Dell'albero piú alto
Vanno volando i miei sogni
Sono colombe, incoronate
Di pura luce
Volano spargendo musica
Entrano, escono
Dall'abero solitario!
Mi avvolgono
Con reti d'oro.
*
Visione di costa
Il mare era il suo silenzio
Sua cecitá il cielo; profondo
Il suo lutto per non esserci nell'aurora;
L'ombra che proiettava
Era luminosa sulla sabbia dorata.
*
Trad. genseki
Dell'albero piú alto
Vanno volando i miei sogni
Sono colombe, incoronate
Di pura luce
Volano spargendo musica
Entrano, escono
Dall'abero solitario!
Mi avvolgono
Con reti d'oro.
*
Visione di costa
Il mare era il suo silenzio
Sua cecitá il cielo; profondo
Il suo lutto per non esserci nell'aurora;
L'ombra che proiettava
Era luminosa sulla sabbia dorata.
*
Trad. genseki
mercoledì, aprile 10, 2013
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