Ancora un altro vento, nuovo, soffiando
Refoli di rosmarino traeva dalla forgia delle pietre
Del granito, dai camminamenti ove inghiottito
Soffocava fino al suono, quello strozzato
Al gorgogliare stentato al sibilo che non era liberazione
Ancora un altro vento ci soffiava trasparenti
Precipitoso fino alle froge delle valli
Al caldo del fieno, fermentava in brividi, sbuffi
Sollevava manciate di mosche dalle buse di vacca
Tanfo di mosche leziose, brusio viola di mosche nerissime
Vento del passato riempiva la milza, tra calze sudate
Di lana grezza, stesa al sole su un filo rosso
Da acero a acero, da ontano al fiume argenteo
Ci riempiva altro vento che non potevamo contenere
Che ci irrompeva molto piú in lá del nostro corpo
Di quello immaginato, di quello fatto di polveri
Diamantine ci irrompeva, spandeva, diffondeva
Alito, dissoluzione anima colchico o in prati interi
Accarezzavamo velenosi poi vorticose precipitate corse
Sui ghiacciai che frammentavano il bianco in angoli
Impossibili da percepire in raggi spinosi intorno al capo
Reclinato di un antico sole crocifisso prima prima ancora
Ma no, non era il vento a rivelarsi, a rivelarci da dentro
A mutarci nella topografia nitida di noi stessi
Con l'alfabeto delle isobare e le curve di livello delle identitá possibili
O vento di nostalgia, mulinava foglie di platano
Su quella grigia pozza d'europa dove saltavano da soli
Stivali rossi staffile cunetta, o quanti odori
Prima di sparire nella non percezione, quanti odori, quanti!
O vento di Ezechiele, vento di Ezechiele il flautista
Ballano le nostre osse come foglie la danza del fracasso
Intorno allo scheletro del suono del tuo flauto
Tritate furono, fummo come grani di miglio
Come grani di miglio tra il trifoglio.
Genseki