venerdì, dicembre 23, 2016

Benjamin Péret

Se il vento lo permette
La speranza saccheggerá le contrade sane
Prossime all'arcobaleno e al Polo della Seta
La contrada ove si concretizzano le visioni degli imenotteri
Dove la speranza degli uni anima l'ardore sessuale degli altri
Ove passo come un dolore periodico
Che stimola l'energia degli insetti dal guscio di vetro


O sospiri insetti d'avvenire
Vi attendo nella macchia che conoscete
Per rivelarvi segreti che vi faranno riflettere
Segreti cosí fluidi che vi scorreranno tra le dita
Come i minuti tra le cosce di una bella donna
E il sole degli insensati
Al sole
A mezzogiorno.


*

Allo

Mio castello in fiamme castello mio inondato dal vino del Reno
Mio ghetto d'iris neri mio occhio di cristallo
mia roccia che cade dal versante per schiacciare la guardi campestre
Mia chiocciola opalina mia zanzara d'aria
Mia coperta di uccelli del paradiso mia chioma di schiuma nera
Mia tomba scoppiata mia pioggia di rane rosse
Mia isola volante mio grappolo turchese
Mia collisione d'auto folli e prudenti mia aiuola selvaggia
Mio pistillo di soffione proiettato nel mio occhio
Mia cipolla di tulipano nel cervello
Mia gazzella smarrita in un cinema di periferia
Mia cassetta di sole frutto mio vulcanico
Riso mio dello stagno nascosto dove finiscono per annegare i profeti distratti
Mia inondazione di cassis mia farfalla di morilla
Mia cascata azzurra come un'onda di fondo che fa nascere la primavera
Mio revolver di corallo la cui bocca mi attira come l'occhio di un pozzo scintillante
Gelato come lo specchio dove tu contempli la fuga dei colibrí del tuo sguardo
Perduto in una vetrina di biancheria inquadrata di mummie

Ti amo.

Trad. genseki

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