Non volevo vedere dietro l'angolo
Tutte quelle code diritte, fameliche
Ridicole code pelose deodoranti
E i crampi delle pupille, per seguire
Il tuffo della mente oltre il cervello
Oltre i neurotrasmettitori e le loro passioni
Di transistor in un universo valvolare
Comunque non volevo vedere dietro l'angolo
Dove sibilavano come crotali villani
Dove le code imitavano i funghi
Goffamente come potevano anche il veleno
E la mosca ubriaca, si la mosca spiaccicata
Sulla porta della muscarina
Divinizzata nella sua povera immediatezza
Fino all'eternità del suo istante
Fino a esplodere nella totalità di uno scuotere di elitre
Senza un segmento di autocoscienza naturalmente
Minacciosa possibilità la vista si rovesciava
Come il dito di un guanto
Con un senso di uovo fresco di vomito
Dietro l'angolo sbrecciato
Dietro la porta abbiettamente sudicia
Dietro i mattoncini sporchi di salnitro
Dall'altro lato della vista e del vissuto
Sarebbe esplosa la mia paura di non morire
Il rituale di non desiderare
Nel tripudio di code e di lische
Mentre la faccia incontrava violentemente
Il selciato molto prima che gli occhiali
Sprizzassero verso la luna
Come gocce dementi di mercurio
E il Verde inondasse questo polo.
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genseki
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