giovedì, novembre 04, 2010

La morte dei castagni

La morte dei castagni era una morte che scorreva
Scorreva nelle vene del latte
Nel grigio di tutti i muschi era una morte
Senza scheletro una morte falena
Una morte di feltro tra le pagine di una morta poesia
Una morte di pane tra mani empie
Una morte di farina avvolta in banconote
Una morte scabbiosa in un letto di rame
La morte dei castagni era anche la mia polvere
Il bruco bianco, quello di gelo sul manto azzurro
Della Vergine Maria la ruggine roca del suo seno
Il dolore dell'assenza del bambino
La morte dei castagni era luce azzurra
Era parrucca di mosche voraci
Era la cipria della vecchia dimenticata
Nella sua stanza dal napalm
Di guerre scadute era il siero sul mio palmo
Il flusso dei tuoi occhi non di lacrime
Non di sale dolce come una candela spenta
Prima del sipario voluttuoso dei profumi
Incenso felci amarezza
Un vescovo verde decapita i piselli
Il loro sangue colloso schizza sui paramenti
La morte era solo quella dei castagni
Nelle mani troppo nodose dei vescovi ortolani.

6 ottobre 2010

genseki

Nessun commento: