martedì, maggio 15, 2007

Gramsci

GRAMSCI e L'ISLAM

L'Evoluzione dell'islam
E' conciliabile l'Islam con il progresso moderno?
Mi pare che il problema sia più semplice di quello che lo si voglia far apparire, per il fatto che implicitamente si considera il cristianesimo come inerente alla civiltà moderna, o almeno non si ha il coraggio di porre la quistione dei rapporti fra il cristianesimo e la civiltà moderna.
Perché l'Islam non potrebbe fare ciò che ha fatto il cristianesimo?
Mi pare anzi che l'assenza di una massiccia organizzazione ecclesiastica del tipo cristiano cattolico dovrebbe rendere più facile l'adattamento.
Se si ammette che la civiltà moderna nella sua manifestazione induindustriale-economica-politica finirà col trionfare in Oriente (e tutto prova che ciò avviene e che anzi queste discussioni sull'Islam avvengono perché cè una crisi determinata appunto da questa diffusione di elementi moderni) perché non bisogna concludere che necessariamente l'islam si evolverà? Potrà rimanere tal quale? No: già non è più quello di prima della guerra. Potrà cadere d'un colpo? Assurdo. Potrà esssere sostituito da una religione cristiana? Assurdo per le grandi masse...
In realtà la difficoltà più tragica per l'Islam è data dal fatto che una società intorpidita da secoli di isolamento e da un regime feudale imputridito (...) è troppo bruscament messa a contatto con una civiltà frenetica che è già nella sua fase di dissoluzione.
Il Cristianesimo ha impiegato 9 secoli a evolversi, a adattarsi, lo ha fatto a piccole tappe.
L'islam è costretto a agire vertiginosamente, ma in realtà esso reagisce proprio come il Cristianesimo: la grande eresia su cui si fonderanno le eresie propriamente dette è il "sentimento nazionale", contro il cosmopolitismo teocratico.
Appare poi il motivo del ritorno alle origini tale e quale come nel cristianesimo; alla purezza dei primi testi religiosi contrapposta alla corruzione ufficiale. I Wahabiti rappresentano proprio questo.

Quaderno I
p. 247

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