Non erano piú luoghi che sognava
Né eventi
Si lasciava consumare dalla vita
Come il cuore di un girasole
Dalle api
In un fracasso di elitre
Una poesia colloquiale e ricca di elenchi e di liste.
Una poesia cocciutamente convinta della dignitá deñña parola, di ogni parola e delle parole di tutti.
La morte lo ha finalmente reso quello che era, differente e semplice, la morte che scolpisce per sempre l'individualitá sullo sfondo della sua definitiva impossibilitá.
genseki
Mario Benedetti
Imbarazzato panegirico della morte
La giornalista mi chiese
Se credessi nell'aldilá
Gli dissi di no
E lei mi domandó
Se questo non mi angustiava
E io le dissi di si
Ma che comunque forse
Certe volte la vita
Causa angoscia maggiore
Della morte
Perché le vessazioni
O anche solo i caprici
Finiscono per metterci
In compartimenti stagni
Ci separano gli odi
Le discriminazioni
I conti correnti
Il colore della pelle
L'affermazione o il rifiuto
Di Dio.
Invece la morte
Non fa distinzioni
Ci mette tutti nello stesso sacco
Ricchi e poveri
Sudditi e re
Miserabil e potenti
Indiani e visi pallidi
Iberici e immigrati
Credenti e agnostici
Riconosciamo che la morte fa sempre
Una giusta distribuzione del nulla
Senza plusvalore nè offerte nè domande
Egualitaria e equanime
Si occupa di ogni vemiciattolo
Secondo le sue necessitá
Neutra e equanime
Accoglie con la stessa disponobilita zelante
I cadaveri sontuosi di estrema destra
E i periti di inedia
La morte è eccletica, pluralista sociale
Distributiva, incorrutibile
E continuerá ad esserlo
A meno che a qualcun
Non venga in mente di privatizzarla.
Mario Benedetti
Inventario II
Trad genseki
Bevemmo limone e artemisia
Come soli alimenti del nostro cuore
Nudo
Intorno nel frattempo, poco a poco,
Tutte le cose si adagiavano in pace
Nei loro simboli.
genseki