. Da tutto ciò possiamo dedurre che la
lettura senza meditazione è arida, la meditazione senza lettura è
soggetta a errore, l’orazione senza meditazione è tiepida, la
meditazione senza orazione è infruttuosa. L’orazione fatta con fervore
porta all’acquisto della contemplazione, mentre il dono della
contemplazione senza orazione è raro o miracoloso. Il Signore infatti,
la cui potenza è senza confini e la cui misericordia si estende al di
sopra di tutte le sue opere, di tanto in tanto fa sorgere figli di
Abramo dalle pietre (Mt 3,9), forzando quanti sono induriti e ribelli a
sottomettersi nell’accettazione: prodigo di doni trascina il toro per le
corna, come dice il proverbio, ogni volta che si intromette senza esser
chiamato e che si effonde senza esser cercato. Questo, a quanto
leggiamo, è accaduto talvolta ad alcuni, come a Paolo e a qualcun altro.
Ma non dobbiamo per questo attender simili doni anche per noi tentando
Dio; dobbiamo invece fare ciò che ci viene richiesto, leggere e meditare
la legge divina, pregare Dio che venga in aiuto alla nostra debolezza
(Rm 8,26) e veda ciò che in noi è incompiuto. È lui stesso che ci
insegna a far questo quando dice: «Chiedete e otterrete, cercate e
troverete, bussate e vi sarà aperto» (Mt 7,7). Infatti quaggiù il regno
dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono (Mt 11,12).
Guido il certosino
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