lunedì, dicembre 22, 2014

Rancé

Chi mi darà ali come di colomba, e io volerò in qualche luogo lontano dal mondo, così separato da non aver più rapporto con il mondo né comunicazione con le creature. Io cerco qualche cosa che non è di questo mondo e che non si trova fra le cose create. Io ne ho concepito un'idea che me la fa amare e l'amore me ne suscita il desiderio; ma questo desiderio produce solo sospiri e mi sembra che più il mio cuore si eleva verso questo oggetto, più quest'oggetto si allontana dal mio cuore. Non è lo stesso con le creature, esse mi importunano, mi seguono ovunque, si presentano continuamente ai miei occhi e attraverso i miei occhi entrano nel mio spirito, lo dividono e vi portano l'inquietudine e la dissipazione. Chiudiamo gli occhi, anima mia, a tutte queste cose e teniamoci così lontani da esse da non vederle e non esserne visti... Signore, senza il tuo aiuto i nostri propositi sono deboli e inutili. Conferma in me ciò che compio oggi. Conducimi, Signore, nella solitudine sacra in cui Tu parli al cuore di coloro che ti amano, insegna al mio la scienza di piacerti; fai che trovi, in questo luogo recondito in cui mi sono nascosto, come uccello selvatico nelle spaccature delle rocce inaccessibili, il riposo profondo e la sicurezza perfetta che Tu non rifiuti a coloro che hanno lasciato tutto per seguirTi nel deserto...
 

[Dom Armand-Jean Le Bouthillier de Rancé (1626-1700), preghiera nota come "Desiderio di solitudine", in Anna Maria Caneva O.C.S.O., Il riformatore della Trappa. Vita di Armand-Jean de Rancé, Città Nuova, Roma 1996, pp. 242-243]

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