Chi
mi darà ali come di colomba, e io volerò in qualche luogo lontano dal
mondo, così separato da non aver più rapporto con il mondo né
comunicazione con le creature. Io cerco qualche cosa che non è di questo
mondo e che non si trova fra le cose create. Io ne ho concepito un'idea
che me la fa amare e l'amore me ne suscita il desiderio; ma questo
desiderio produce solo sospiri e mi sembra che più il mio cuore si eleva
verso questo oggetto, più quest'oggetto si allontana dal mio cuore. Non
è lo stesso con le creature, esse mi importunano, mi seguono ovunque,
si presentano continuamente ai miei occhi e attraverso i miei occhi
entrano nel mio spirito, lo dividono e vi portano l'inquietudine e la
dissipazione. Chiudiamo gli occhi, anima mia, a tutte queste cose e
teniamoci così lontani da esse da non vederle e non esserne visti...
Signore, senza il tuo aiuto i nostri propositi sono deboli e inutili.
Conferma in me ciò che compio oggi. Conducimi, Signore, nella solitudine
sacra in cui Tu parli al cuore di coloro che ti amano, insegna al mio
la scienza di piacerti; fai che trovi, in questo luogo recondito in cui
mi sono nascosto, come uccello selvatico nelle spaccature delle rocce
inaccessibili, il riposo profondo e la sicurezza perfetta che Tu non
rifiuti a coloro che hanno lasciato tutto per seguirTi nel deserto...
[Dom
Armand-Jean Le Bouthillier de Rancé (1626-1700), preghiera nota come
"Desiderio di solitudine", in Anna Maria Caneva O.C.S.O., Il riformatore della Trappa. Vita di Armand-Jean de Rancé, Città Nuova, Roma 1996, pp. 242-243]