martedì, febbraio 02, 2010

Alcol

Dreiser Cazzaniga e l'alcol

L'adolescenza di Dreiser Cazzaniga fu una traversata nella piscina dell'alcolismo. Una traversata verde e arancione che pareva non dovesse mai approdare all'altra riva. Vedeva il mondo come attraverso una pellicola d'acqua saldamente compressa sugli occhi, deformato, ora verdastro ora arancione, e gli arti senza gravitá dai movimenti immemori lo facevano sentire ora foglia ora pietra. Erano notti di vomito sulfureo e di pruriti insopportabile di catarro e di freddo. La mattina era il risveglio del Martini, poi vi era la colletta alla stazione per ragranellare quattrini per altri Martini. Molti Martini ebbero su Dreiser Cazzaniga l'effetto di facilitare un apprendimento inspiegabilmente rapido e sicuro del latino poetico. Da ubriaco Dreiser Cazzaniga soleva leggere la Farsaglia di Lucano seduto di fronte al mare, incurante degli spruzzi salini, in una vecchia edizione a cura dell'accademico d'Italia Ettore Romagnoli, dalla copertina nera che prendeva in prestito nell'aristocratica e polverosa biblioteca del prestigioso seminario Humboldt in cui studiava come paria. Di Lucano lo affascinava l'oscuro terrore e la vergogna deforme che impregnavano i suoi versi e la sua complicitá subdola nell'omicidio della propria madre. Lo sognava come un giovane brufoloso dal collo lungo lungo e dallo sguardo sfuggente, le labbra piegate in un sorriso di scusa.
Poi, dopo le lezioni era la volta delle sei o sette birre karlshafen e poi un paio di litri di rosso denso dolcetto a pranzo e altri ancora a cena e poi ricominciare il giorno dopo a sognare il martini mentre il tram franava tra scintille di metallica frizione da Briggio il Decimo al mare su cui splendeva la stella del pastore in un cielo di miniatura borgognona. Dreiser Cazzaniga voleva davvero essere un poeta maledetto, immaginava bandiere rosse sulla bianca torre arabeggiante di Avellano in un vorticoso volo di gabbiani. Le ragazzine, compagne di quotidiana discesa dalla neve briggesca al mare gli facevano paure rivestiva i loro corpi che la sua immaginazione tendeva a denudare con un pudico velo di distorsione alcolica.

a cura di genseki

2 commenti:

Anonimo ha detto...

MARTHA

Operator, number, please: it's been so many years
Will she remember my old voice while I fight the tears?
Hello, hello there, is this Martha? this is old Tom Frost,
And I am calling long distance, don't worry 'bout the cost.
'Cause it's been forty years or more, now Martha please recall,
Meet me out for coffee, where we'll talk about it all.

And those were the days of roses, poetry and prose
And Martha all I had was you and all you had was me.
There was no tomorrows, we'd packed away our sorrows
And we saved them for a rainy day.

And I feel so much older now, and you're much older too,
How's your husband? and how's the kids? you know that I got married too?
Luck that you found someone to make you feel secure,
'Cause we were all so young and foolish, now we are mature.

And those were the days of roses, poetry and prose
And Martha all I had was you and all you had was me.
There was no tomorrows, we'd packed away our sorrows
And we saved them for a rainy day.

And I was always so impulsive, I guess that I still am,
And all that really mattered then was that I was a man.
I guess that our being together was never meant to be.
And Martha, Martha, I love you can't you see?

And those were the days of roses, poetry and prose
And Martha all I had was you and all you had was me.
There was no tomorrows, we'd packed away our sorrows
And we saved them for a rainy day.

And I remember quiet evenings trembling close to you...
TOM WAITS

maresa ha detto...

aspetto nuove avventure di Dreiser!quelle con l'alcool sono esilaranti nella loro tragedia..