Tra tutte le cocenti vergogne della gioventú di Dreiser Cazzaniga, particolarmente doloroso fu l'amore per la giovine Stefi Paglia parmense. Una piccola scintilla di carnalitá brufolosa nelle nebbie di Milano. Allora Dreiser Cazzaniga dormiva nella nebbia, mangiava nebbia, si dissetava con la nebbia e passava interminabili pomeriggi nelle librerie più prestigiose della cittá per dimenticare che non poteva saziare la fame, che le scarpe di plastica gli facevano puzzare i piedi e che la dermatite atopica di cui giá soffriva e che gli sarebbe stata diagnosticata solo molti anni dopo lo costringeva a grattarsi saguinosamente le gambe. Era però soddistatto viveva nella cittá,passava per corso di Porta Romana che gli pareva un canyon, godeva dei tram arancioni con le loro panche lignee, leggeva Quenau e Aragon: si sentiva un Paysan de Milan. Seguiva il ricordo delle sue precoci letture dadaiste nelle piccole gallerie commerciali e si svegliava presto la mattina per passeggiare tra i fuochi fatui delle discariche dismesse di Porto di mare fino a che la barba non si coprisse di brina. Un vero nebbioso e affumicato maudit che non beveva piú e fumava poco. Come conobbe la signorina Stefi? DreiseR Cazzaniga non ce lo racconta. Certo lo teneva ben impresso nella memoria; ma non lo racconta. O, almeno, io non ho trovato nel disordine delle sue carte la pagina a questo ricordo dedicata. Stefi Paglia era bassa, scura, morbida, flessibile e unta. avvolta in un costosissimo cappotto di montone, con un taglio di capelli da cosmopolitan e accettava di passare tantissime serate con lui e i suoi pruriti al cinema, al teatro al ristorante. Pagava lei! Gli regaló anche un paio di guanti di pelle che costavano una fortuna e che Dreiser Cazzaniga perse durante una partita di caccia al cinghiale mentre correva verso una rovere per mettersi al sicuro dalla furia di madre ferita di una rabbiosa cinghialessa. Fino ad allora gli pareva che Stefi Paglia gli accarezzase le mani dolenti.
Dreiser Cazzaniga passeggiava abbracciato a Stefi, la strizzava ma non la baciava, Stefi gli raccontava le pratiche sadomaso alle quali il fidanzato parmense era solito sottometterla nel fine settimana. Dreiser Cazzaniga non la vide mai nuda. Un volta lo invitó a dormire con lei nella sua casa di San Babila. Dreiser dormí sul divano lei gli versava il te in un bicchiere verde di quelli infrangibili avvolta in una camicia ibizenca dalle mille pieghe.
La mattina dopo Stefi gli raccontó che lo aveva sognato mentre entrava nella sua camera e le infliggeva larghe e profonde ferite slabbrate con un coltello da frutta arrugginito.
Dreiser Cazzaniga non la rivide mai piú.
genseki
Dreiser Cazzaniga passeggiava abbracciato a Stefi, la strizzava ma non la baciava, Stefi gli raccontava le pratiche sadomaso alle quali il fidanzato parmense era solito sottometterla nel fine settimana. Dreiser Cazzaniga non la vide mai nuda. Un volta lo invitó a dormire con lei nella sua casa di San Babila. Dreiser dormí sul divano lei gli versava il te in un bicchiere verde di quelli infrangibili avvolta in una camicia ibizenca dalle mille pieghe.
La mattina dopo Stefi gli raccontó che lo aveva sognato mentre entrava nella sua camera e le infliggeva larghe e profonde ferite slabbrate con un coltello da frutta arrugginito.
Dreiser Cazzaniga non la rivide mai piú.
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